La nobiltà d'animo di Gustavo Rol!

Gustavo Adolfo Rol è uno di quegli uomini che avrei tanto voluto conoscere di persona; forse è per questo che ho approfondito la sua storia e ho incontrato chi ha avuto la fortuna di essergli accanto durante la sua vita come, per esempio, il suo esecutore testamentario, il dott. Aldo Provera, e una donna a cui ho imparato subito a voler bene, la signora Domenica Piazza Fenoglio.
Nato a Torino il 20 giugno 1903 e morto nella stessa città il 22 settembre 1994, Rol è stato uno dei più grandi sensitivi mai esistiti. A proposito dei suoi poteri affermò: ‘Anche se solo lucrassi un soldo con un mio esperimento, so che tutto finirebbe: quello che faccio lo devo fare per gli altri. ’
Questa frase, riportata nel libro di Remo Lugli, Gustavo Rol.

Una vita di prodigi, mi ha subito conquistato, al pari della grande disponibilità di quell’uomo nei confronti del prossimo. Rol non aveva bisogno di fare ciò che faceva: era benestante non ha mai cercato di guadagnare nulla dai suoi poteri.
E’ lecito pensare che cercasse un’altra forma di guadagno: il prestigio, il modo di compiacere il suo ego… Eppure, anche questo sembra molto lontano dalla verità. Stando ai racconti di chi lo ha conosciuto, era un uomo riservato – tratto del resto tipico dei torinesi – che non amava mettersi in mostra.

E, fra i racconti di chi lo ha conosciuto, ce n’è uno che voglio riportare integralmente perché è stato fatto dal grande Federico Fellini, amico di Rol e frequentatore della sua casa, a tal punto fiducioso nel valore di quest’uomo che aveva l’abitudine di consultarlo durante la gestazione di un nuovo film:
‘Rol è l’uomo più sconcertante da me incontrato… una volta eravamo nel parco del Valentino e, a una dozzina di metri da noi, c’era un bimbetto che dormiva nel suo carrozzino. La nurse si era appisolata sulla panchina. A un certo momento un calabrone ronzante si avvicinò al bambino e forse stava per pungerlo. A Rol bastò un gesto delle sue mani per fulminare, da lontano, l’insetto. Mi viene ancora oggi la pelle d’oca, a ripensarci. E’ magia, questa? Non lo so, e direi che non mi interessa. So che il numero di studiosi che si occupano di queste cose va aumentando, e che giustamente essi cercano di mettere un po’ d’ordine razionale e scientifico nel campo di tali fenomeni eccezionali. Io posso dire soltanto che questo genere di fatti non ha mai provocato il mio stupore. In fondo ho sempre creduto all’esistenza di un certo tipo di realtà che per molti è invisibile, ma che si lascia scorgere benissimo da chi abbia occhi per vederla e mente disponibile per accoglierla. Poiché si tratta di realtà, non può essere che naturale. Nel caso di Rol, ciò che più mi interessa è il problema del suo equilibrio psicologico: come faccia, cioè, un uomo dotato di facoltà tanto insolite, a salvare la propria individualità, resistendo alle tentazioni dell’orgoglio e all’illusione dell’onnipotenza. Eppure, ci riesce molto bene: sa ridimensionarsi giorno per giorno in una misura umanamente accettabile, e lo fa restando attaccato alla sua esistenza semplice, anzi, addirittura provinciale. E’ un uomo meraviglioso soprattutto per questa sua capacità di vivere umilmente la vita di tutti. ’

E Federico Fellini non è stato certamente l’unico personaggio illustre a frequentare e a stimare Gustavo Adolfo Rol. Agli esperimenti del sensitivo, a partire dagli anni trenta del Novecento, hanno assistito capi di Stato, scienziati, scrittori, artisti e industriali: da De Gaulle e Einstein, da Cocteau a Fermi, da Sorti e Gassman agli Agnelli. Rol fu consultato, durante la sua vita, anche per questioni di importanza cruciale.
Nel 1942, a guerra in corso, Mussolini lo chiamò, a Villa Torlonia e gli chiese: ‘Quale sarà il nostro futuro? ’
Rol rispose: ‘Duce, per me la guerra sarà perduta. ’
Non aggiunse altro ma successivamente confidò a un amico di aver taciuto quanto aveva visto, nitidamente nell’attimo in cui aveva formulato la sua risposta: Mussolini impiccato in una piazza, nel 1945.
Possibile che sul conto di Rol si siano sbagliati tutti quelli che lo hanno incontrato, compresi uomini dotati di grande intelligenza e raffinata cultura?
Possibile che, al contrario, abbiano invece avuto ragione quelli che non lo hanno mai incontrato e che si ostinano a descriverlo come un impostore?
E quali sarebbero le grandi prove fornite dai denigratori?

In realtà è una, una soltanto: Rol ha sempre rifiutato di sottoporsi ad un confronto con un prestigiatore.
Come ho già detto, non ho conosciuto Gustavo Adolfo Rol, ma sono convinto che chiunque si accorga di avere un’intuizione, una percezione amplificata dalla realtà, e usi questa capacità in modo disinteressato non possa accettare facilmente di essere messo a confronto con un prestigiatore. E sono convinto che, se costretto al confronto, un uomo sincero si troverebbe in difficoltà certamente maggiori rispetto ad uno sfacciatamente disonesto. Il disonesto è abituato alla finzione, ai trucchi, e ha certamente un bagaglio di esperienza adatto al confronto con un prestigiatore; un confronto dal quale, intimamente, non può sentirsi sminuito.
Come sempre, quanto tutto quello che si può tentare è un giudizio parziale, è meglio astenersi dai giudizi e limitarsi a prendere atto di ciò che è accaduto e di ciò che è stato detto.

Dice lo stesso Rol nel già citato libro di Remo Lugli: ‘Quando mi venne chiesto di esprimere il mio pensiero a proposito delle medianità e dello spirito non ho esitato a rispondere che ogni individuo possiede un certo potenziale di medianità. Sul significato di questa parola però ho posto delle riserve di ordine etico e biologico. Per quanto riguarda lo spiritismo, invece, mi trovai in perfetta collisione e collusione e ciò proprio a causa dello ‘spirito intelligente’, invece rimane in essere e, forse, anche operante. Di questo ne ho le prove e ne ho fornite a conforto di tanta gente che non sapeva rassegnarsi alla perdita di persone care. Ho detto forse, perché in tale materia la prudenza è di rigore. Il fatto di rimanere in essere richiama al motivo e quindi alla funzione di ogni cosa esistente in perenne sollecitazione e travaglio, proprio come si addice al moto creativo che non saprebbe estinguersi e nel quale ogni cosa concorre armonicamente anche nelle mutazioni più varie, Dio essendo eterno e inconsumabile nelle sue più prevedibili manifestazioni e sembianze.

Si fa un gran caso dei miei esperimento e li si vuole collocare tra i fenomeni dei quali si occupano tanto insigni studiosi di metapsichica e parapsicologica. Si vorrebbe scoprire il meccanismo: che io fornissi alla scienza sufficienti elementi per vagliarli, classificarli e forse riprodurli senza la mia partecipazione. Delusi e convinti che non c’è manipolazione, si attende da me la rivelazione di formule, di procedimenti e di conoscenze che proprio non posseggo. Sono segreti, questi, che non è dato di tramandare appunto perché segreti non lo sono affatto. Si possono invece intuire, proprio come è successo a me e ad altri. Questa formula di rivelazione è profonda e altissima, tale appunto da escludere, per sua natura, qualsiasi speculazione metafisica. ’
Sono la nobiltà di uomini del calibro di Gustavo Adolfo Rol e le domande che la sua e altre esperienze hanno lasciato aperte che mi hanno indotto ad inoltrarmi in questo mondo pericoloso e affascinante.

Roberto Giacobbo, Aldilà La vita continua?, Rai Eri Mondadori

Carta del Cielo di Gustavo Rol, nato il 20 Giugno 1903 alle ore 12 e 00 a Torino