Il mio primo contributo stellare!

La sindrome della pagina bianca colpisce tutti i provetti astrologi, fa parte della formazione stellare, e capita a tutti. Quando mi dedico ai Corsi di Astrologia, mi sento come un giardiniere celestiale che mette dei piccoli semini, attendendo che essi germoglino, con il trascorrere del tempo. Studiare Astrologia è impegnativo, come tutte le discipline richiede molto esercizio, e non si smette mai di imparare!
Tutti abbiamo iniziato da qualche parte, e il primo Oroscopo, cosi come il primo articolo pubblicato, non si scorda mai! Sorrido quando riguardo, perché è bello di tanto in tanto voltarsi indietro, le mie produzioni letterarie in campo astrologico: le prime, soprattutto, erano caratterizzate dalla volontà di organizzare in modo ordinato le nozioni apprese, a discapito forse di quella creatività che risultava secondaria, nel timore di non ricevere commenti positivi. Specialmente quando si è alle prime armi, ci si sente quasi in dovere di trasmettere all’interlocutore che lo studio è serio, la preparazione profonda, e non di rado, proprio per questi condizionamenti, che sono più ideali che reali, interviene la sindrome della pagina bianca.
Da dove inizio? Cosa scrivo? E se sbaglio?
Questi dubbi sono sani, ancora oggi quando eseguo una analisi astrologica mi interrogo a lungo, ripercorrendo a fine giornata i casi che ho avuto il privilegio di incontrare, le notizie stellari e i riscontri avuti, in uno studio costante, che non deve mai finire per noi, umili lettori del Cielo!

La pratica astrologica è fondamentale: bisogna avere il coraggio di buttarsi, interpretando, interpretando, interpretando. Uno degli aneddoti che racconto spesso ai miei allievi è quello di una signorina di belle speranze che nella Carta del Cielo mostrava una brillante ed espansiva congiunzione di Giove – Venere in Cancro: fedele ai manuali di Astrologia e alle nozioni apprese, scrissi nel mio elaborato stellare (è mia abitudine, e non ho mai cambiato idea, eseguire le analisi astrologiche senza aver incontrato le persone prima. Trovo che sia una sorta di libertà esoterica che consente di guardare il Cielo senza condizionamenti) che questa Congiunzione offre un magnifico sorriso. Potete immaginare come io mi sia sentita, nel momento in cui vidi questa splendida creatura che aveva un sorriso sproporzionato, espansivo sì, ma gigantesco!
Federico Capone, mio primo maestro di Astrologia e successivamente amico che mi ha voluto veramente bene e cui devo profonda gratitudine per tutto ciò che generosamente ha voluto insegnarmi, un giorno comunicò a noi, allievi fedeli che frequentavamo i suoi corsi, che era ora che mettessimo in pratica quello che avevamo imparato. E così nacque Astrum, che fu la prima scuola di Astrologia per corrispondenza!
Eravamo pionieri, e per di più alcuni di noi davvero alle prime armi: Federico aveva creato questa scuola per corrispondenza, e ogni settimana ricevevamo molte lettere, cui rispondevamo con pazienza, affrontando i quesiti più disparati e per di più senza il supporto del Web, delle ricerche on line, che oggi è normale, ma che all’epoca non esisteva. Oroscopi rigorosamente calcolati a mano, francobolli che accompagnavano le missive in andata e in ritorno: erano altri tempi, miei cari Amici delle Stelle, e devo dirvi che anche se oggi apprezzo la comodità della ricerca virtuale e della posta elettronica, rimpiango un poco quel mondo che non conosceva lo stress, l’ansia di una risposta, che arrivava grazie a Mercurio e alle Poste, rispettando il nostro tempo.
Federico Capone aveva scelto la data di nascita di Astrum, ed ecco qui la Carta del Cielo:

 

 Carta del Cielo di Astrum, Notiziario Astrologico nato il 24 Maggio 1976 alle ore 22 e 15 a Torino

Per un corso per corrispondenza il Sole in Gemelli è certamente molto adatto, anche se Lilith congiunta alla Luna creava dei tempi talmente lunghi tra missive in partenza e in arrivo, da far desistere anche l’allievo più motivato!
La mente fervida di Federico ideò anche un Notiziario, che sostanzialmente era un ciclostilato semplice, battuto a macchina e rilegato con una graffetta. Un lavoro ulteriore, quello della spedizione del Notiziario, oltrechè ai contenuti, che predisponevamo sulla base delle lettere dei lettori.


Anche io partecipai, con grande entusiasmo, e fu così che preparai il primo articolo per Astrum, che intitolai: … il mito dell’eterno ritorno!

‘Costituisce una tendenza del secolo XX la socializzazione di tutte le scienze, dalla Medicina al Diritto, alla Psicologia, alla Matematica.
Basta pensare all’analisi dei comportamenti di massa dei giovani, alle terapie delle cosiddette ‘malattie sociali’, alla Matematica dei Computer, per realizzare con sicurezza che stiamo attraversando una fase evolutiva, che porterà l’uomo a perdere sempre di più il suo carattere di individuo, per uniformarsi alla collettività statale, continentale, mondiale. Se questo fenomeno avvenga anche in Astrologia, è controverso. L’Astrologia dei paesi, delle città, dei popoli, non ha mai avuto eccessivo seguito, ma in questi ultimi anni gli studi orientati in questo senso sono andati sempre più approfondendosi, soprattutto per quanto concerne l’influsso astrale nei confronti della collettività umana, che viene a prevaricare l’insieme di influenze che i Pianeti da noi conosciuti esercitano nei confronti dell’individuo, centro e allo stesso tempo prigioniero del cerchio dello Zodiaco. C’è un legame straordinariamente forte tra le pulsazioni del cervello umano (e del cuore) posti al centro delle trame cosmiche al momento della sua nascita, e l’armonia generale dell’universo. Milioni di regole matematiche si alternano e si intersecano nei confronti di uno ed, insieme, nei confronti di mille, di milioni di altre. Il Cosmo scandisce la vita e quando il vecchio Urano, dopo un viaggio di ottantaquattro anni ritorna nello stesso punto dello Zodiaco, ecco tornare il mito della Parca greca: il frutto è maturo e almeno per qualcuno può essere colto.
L’insieme delle infinite vibrazioni che colpiscono il singolo cervello umano, che formano l’insieme delle sue esperienze, del suo modo di vivere, vanno sommate, analizzate moltiplicate, elaborate nel calcolatore cosmico, e si determina cosi il fenomeno collettivo, mondiale, che riguarda tutta la grande umanità.
Le variabili di questo sistema matematico sono così numerose che l’analizzarle richiederebbe volumi: mi limiterò ad una esemplificazione elementare, e nello stesso tempo di origini lontanissime: il Sole.
Il Sole simboleggia la vita, la realtà, la semina e la maturazione, la luce che prevale sulle tenebre del primo giorno, e percorre lentamente ma costantemente lo Zodiaco impiegando un lungo e breve anno. La notte di Natale, che crea il mistero cristiano, possiede anche un significato simbolico di timore dell’umanità primitiva, che vede restringersi sempre di più le ore di sole e si chiede con angoscia se la luce stia per scomparire. Dopo la lunga notte del Solstizio invernale, il Sole si allontana sempre di più, fino a giungere, nel Solstizio d’Estate, alla scena madre della sua rappresentazione sulla Terra. I quattro atti delle stagioni sono recitati con maestria e coinvolgono l’essenza stessa della Terra, con il rito pagano della Primavera e i colori smorzati dell’autunno. Chi, più del Sole, può dirsi che influenzi il Macrocosmo pur coinvolgendo il Microcosmo?
Le stagioni sono di tutti e lo sono sempre state, e oggi che gli scienziati parlano di energia proveniente dal calore solare, si possono intravedere i futuri sviluppo della forza che forma sulla Terra il giorno e la notte, il caldo e il freddo, le malattie, le ferie, le cure elioterapiche, e così via.
I cicli solari sulla Terra sono formati da circa centottanta giorni l’uno, e caratterizzati da una fase ascendente (il primo) e da una fase discendente (il secondo.)
La collettività umana ne subisce il fascino e il terrore, e mai come oggi si sente parlare del ritorno al semplice, al tradizionale, al naturale.
Molti abitanti delle città sentono il richiamo della campagna, portano nei loro quadri astrali i caratteri dei loro avi coltivatori che imporrebbero loro la vita bucolica senza rimpianti. Il Sole, distaccato e sovrano, li guida tutti in questa sfida, giovani emuli dell’Emilio di Rousseau, adoratori felici e consapevoli di aver ritrovato una religione perduta da secoli.’

Devo dirvi, miei cari Amici delle Stelle, che non ricordo se questo fu il mio primo articolo pubblicato, ma quello che è certo, credetemi, è che il gruppo di lavoro che Federico aveva creato, nei suoi corsi di Astrologia, con Astrum e con altre iniziative, era da un lato elettrizzante, perché nascevano idee, creature celesti, l’Astrologia grazie alle buche delle lettere, iniziava ad essere alla portata di tutti (grandissimo merito di Federico); dall’altro, la fatica di questi inizi, che capita a tutti coloro che si cimentano in una nuova impresa.
Racconto spesso ai miei allievi di uno dei miei primi Oroscopi: non c’erano ancora programmi computerizzati adeguati, e tra una interpolazione e l’altra, con Effemeridi che non sempre si presentavano come giornaliere (alcune erano calcolate a distanza di 5 giorni), la vita del provetto astrologo era tutt’altro che semplice. Mi capitò un caso che mi impegnò molto a lungo: un gentile signore mi chiese il suo Oroscopo, e con sincero raccapriccio, venni a sapere che era nato vicino alla linea Maginot, in un paesino sperduto, fatto che, come potete immaginare, oggi fa sorridere, ma all’epoca, mi spinse a ricercare manualmente sull’Atlante il luogo di nascita, con fatica e stress.

Ai miei allievi consiglio sempre di sperimentare, per diverse ragioni: la prima è che vedere molti Oroscopi è di grande aiuto, perché ci si rende conto che certi Aspetti astrologici sono molto più comuni di quello che ci si potrebbe aspettare, ed è importante dare il giusto peso ad ogni affermazione. Tempo fa una mia cara allieva mi telefonò per dirmi che aveva scoperto di avere l’oroscopo più bello esistente negli ultimi 3 secoli: mi complimentai per la scoperta, naturalmente, ma potete immaginare, miei cari Amici, che simili affermazioni vanno vissute con la cautela del caso. E’ importante cimentarsi, scrivere, anche se all’inizio si ha l’impressione di non avere nulla da dire: è quello che dico sempre ai miei allievi, che iniziano il lungo cammino dell’interpretazione. Si ha l’impressione, specialmente agli inizi, di avere moltissime cose da dire, commenti da raccogliere, e poi di restare intrappolati nella ‘sindrome della pagina bianca.’
Così è per gli articoli, i contributi astrologici, le previsioni: gli inizi non sono mai facili per nessuno, e le pagine scritte a macchina, su Astrum, che custodisco con cura nella mia biblioteca e che strappano un sorriso di tenerezza, mi offrono l’occasione di un inviare un pensiero di gratitudine a Federico, che mi aiutò, mi sostenne, mi spinse a conoscere e ampliare la mia cultura astrologica. E a dire a tutti voi, che amate l’Astrologia, di mettervi alla prova, con semplicità e dedizione, in campo interpretativo, o di studio. Tutto ciò che è fatto con amore e cura, resta, anche a distanza di tempo, a dimostrazione che da qualche parte, bisogna pur iniziare!

Che il cammino astrologico vi sia sempre propizio, Grazia Mirti