Chi ha rapito la Luna?

Il grande dramma lunare si svolge al Novilunio, nella Fase di Luna Nuova (o nera, o cinerea). Allora la Luna si avvolge del più profondo mistero, perché c’è e non si vede, perché è scomparsa ma in grembo alla sua oscurità c’è la promessa della resurrezione.
I numerosi ratti di fanciulle da parte di divinità teromorfe, o in rapporto con animali, si riferiscono alla occultazione della Luna. Persefone è rapita mentre coglie profumati narcisi, da Ade, fratello di suo padre, re degli Inferi, che la trascina nella notte infernale, sul carro dorato trainato da cavalli immortali (il Sole). Persefone è parte di una triade di dee virginali: Atena, Artemide e lei, e il suo ratto stabilisce nella triade una dea rapita, oscurata, la Luna Nera, accanto alla Luna cava (Artemide dell’arco) e alla Luna Piena (Atena). Per un terzo dell’anno Persefone soggiornerà agli Inferi, e risorgerà dagli abissi portata da biondi cavalli.

L’occultazione della Luna è anche raffigurata come apposizione di una veste oscura sul corpo o di un velo sul capo. Questa veste tenebrosa simboleggia anche il dolore della madre, Demetra ‘Dalla veste oscura’ e dal viso velato, figlia di Rea ‘dalla veste oscura. ’
La Congiunzione tra la Luna e il Sole rappresenta il ratto, l’occultazione, l’uccisione della Luna, ma anche le nozze celesti. Thanatos ed Eros conquistano insieme la Luna. Le nozze del Novilunio sono sempre infauste, sono nozze di morte. Un velo nero cala sulla sposa, e la luce riapparirà solo nel figliolo (o nella figliola) della tragica unione.

La divina festa dell’amore ha luogo quando la Luna s’invola nel cielo, e le due metà, la bianca e la nera, si cambiano le parti. Ma l’amore che genera, quando il maschio ‘copre’ la femmina, non è una festa, è un mistero doloroso, una torbida passione terrena. I Greci chiamavano la sposa del Sole (Elio) Perse o Nerea, cioè la Luna Nuova, la Luna oscurata.
La Congiunzione solare imprime sulla Luna un disco nero, che rappresenta il sole stesso, un sole saturnino, il cui colore è appunto il nero. Dire che la Luna nasce dal Sole è lo stesso che dire che ella nasce da se stessa, dalla propria tenebra. La falce di Luna è figlia di se stessa, come il padre del dio Luna babilonese, che è ‘generato da se stesso’. Essa, compiuto il suo ciclo, si congiungerà col proprio padre, così che le sue tragiche nozze assumono una tinta incestuosa. Sarà la figlia che si congiunge col padre o il figlio con la madre, a seconda dei ruoli che Sole e Luna assumono nella mitologia. Tra i Seleucidi, Antioco I sposa sua madre. Stratonice (Astarte, Ishtar) e Antioco X sposa la madre carnale Cleopatra (Selene, Luna). Nella mitologia greca è Edipo che si congiunge alla madre Giocasta. Se è il padre a sposare-uccidere la figlia, la bambina che ne nascerà non avrà madre, ma una matrigna (che è anche sua nonna). Il Sole e la Luna sono le due parti della Luna, la nera e la bianca, fratelli o gemelli, maschio e femmina. Ed ecco il motivo delle nozze tra fratelli. I faraoni (ad es. Tolomeo) usavano sposare la propria sorella. La tradizione degli amori fraterni si trova nella letteratura germanica fino al nostro secolo. Il mondo lunare è un mondo di due personaggi dello stesso sangue.

Chi rapisce, occulta, vela la Luna è in ogni caso il Sole, quando si pone in ‘Congiunzione’ con essa, dopo averla attesa al termine del suo ciclo celeste.
Il Sole è rappresentato in miti antichi da una fornace o un calderone e, sempre in rapporto col fuoco, da un dio infernale che rapisce una fanciulla e la conduce all’Ade. Può essere la parte nera della Luna che uccide la parte bianca, e in questo caso la Luna nera uccide se stessa (o i suoi figli) e si identifica col sole, nella funzione di oscuratore. Una serie di miti descrive la Luna divorata di un maestro, o da una fiera, o da una balena. Nell’iconografia cristiana, il lupo è talvolta simbolo del Sole.

Un noto mito greco presenta Zeus nella veste del Sole divoratore-corteggiatore. Zeus – narra il mito – inseguiva la titanessa Metide che per sfuggirgli assunse diverse forme (come la Luna) senonché fu raggiunta e fecondata. A questo punto Zeus spalancò la bocca e inghiottì Metide tutta intera. Passato qualche tempo Zeus fu colto da un gran mal di capo, da cui lo liberò Efesto (o Prometeo) con un colpo d’ascia ben piazzato. Dalla fessura balzò fuori Atena, dea senza madre, tutta armata, e lanciò un grido potente.

La tradizione degli eroi lunari inghiottiti dal mostro e riemergenti dopo tre giorni dalla sua bocca, risale a Marduk babilonese vincitore del mostro marino Tiamat (i re di Babilonia trascorrevano tre giorni in ritiro simbolico per celebrare la lotta di Marduk). Eracle imita Marduk trascorrendo tre giorni nel ventre dello stesso mostro marino ed emergendone vittorioso. Il Giona biblico passa tre giorni nel ventre della balena. Questi tre giorni di oscurità sono, in altre tradizioni, i tre giorni trascorsi agli Interi dell’eroe.

Gli occultatori della Luna sono talvolta un gruppo di malvagi. Nell’antica Babilonia lo Zodiaco era diviso in cinque Segni benigni, quelli visibili in estate, e sette maligni, i Segni dell’inverno; i primi appartenevano alla terra e alla Luna, i secondi agli Inferi e al Sole. A rapire la Luna sono i ‘sette spiriti maligni’. Dice un mito babilonese: ‘I giorni invernali, ecco gli dèi maligni…. Sono sette, i messaggeri di Anu, loro signore… La nuvola della sciagura, che in cielo va cacciando minacciosa, sono loro…. Quando i sette, gli dèi maligni, arrivarono all’argine del Cielo, si posero con violenza davanti al Luminare Sin (Luna)’.

Giuseppe Sermonti, Fiabe di Luna, Rusconi Editore 1985