Le Amazzoni e il culto della Grande Madre!

Erano donne dall’aspetto magnifico, ma anche temibili guerriere.
La leggenda narra fossero imbattibili nell’uso dell’arco, facilitate dalla mutilazione del seno destro che, se sviluppato in modo normale, avrebbe compromesso la loro perizia nell’arte della guerra. I loro copri forti, muscolosi, ma estremamente femminili, i loro volti perfetti compaiono nei capolavori dell’arte greca: esse sono immortalate nel corso di innumerevoli scontri con i nemici.
Le magnifiche creature ricompariranno dopo millenni, sulle sponde di un immenso fiume. Nel 1542, il luogotenente del conquistador Gonzalo Bizarro, Francisco de Orellana, e il domenicano Gaspar de Carvajal, s’imbattono in una ‘figura inverosimile. Il corpo era alto, muscoloso, slanciato, nudo ad eccezione di un minuscolo perizoma che ne ricopriva il sesso. Il petto era sviluppato e procace e il volto della strana creatura, pur essendo spigoloso e truce, mostrava un’angelica bellezza. ’ Si narra che Carvajal, risvegliato dalla sua cultura classica, abbia esclamato: ‘Ma è un’Amazzone! ’, e che l’immenso fiume, il Rio delle Amazzoni, debba il suo nome a questa misteriosa apparizione.
Le Amazzoni sono figure archetipiche dell’immaginario collettivo, oppure la loro civiltà esistette realmente? Prima della cultura patriarcale, sulla terra fiorì davvero un matriarcato dalle caratteristiche così marcate, che delegava all’uomo la sola funzione di ausilio riproduttivo e creava una gerarchia, una società pienamente femminile? Vanna De Angelis, nel libro Amazzoni, Mito e Storia delle donne guerriere, raccoglie il maggior numero di informazioni, passando dai miti greci ai accenni orientali e barbarici, nel tentativo di disegnare una mappa storicizzata del fenomeno Amazzoni.
Si tratta – è bene premetterlo – di un testo divulgativo. Vanna De Angelis è una scrittrice, e dunque sa accompagnarci tra i (pochi) dati e le molte supposizioni con leggerezza, grazie ad uno stile piacevole. La sua penna ci rinfresca la memoria a proposito dei miti fondanti della cultura occidentale. Incontriamo Teseo, Ercole, Giasone, Priamo, Bellerofonte e Achille. Al loro fianco, guerriere indomite, vittime e innamorate, ritroviamo Pentesilea, Antiope, Ippolita e molte altre; le magnifiche regine delle Amazzoni. Viaggiamo in Asia minore, sulle tracce delle antiche eroine di un mondo inteso al femminile, vocato al culto della Grande Madre, tra riti sciamanici e iniziazioni. Indaghiamo usi e costumi delle Amazzoni, le tecniche di guerra, l’alimentazione, le fogge degli abiti, le abitudini in amore.
Anche se, talvolta, ci stupiamo della valutazione dell’autrice a proposito del rapporto tra mondo greco e amazzonico, che limita il significato dei miti e delle rare certezze a una lotta per il predominio tra il principio femminile e quello maschile. A tratti sono vaghe anche le ipotesi sulla derivazione dei culti religiosi delle Amazzoni, in cui, la concezione primordiale dell’Uovo del Mondo è ricondotta allo Sivaismo. L’autrice data la diffusione di Jainismo, Buddismo, Sivaismo in India al VI secolo a.C., semplificando l’evoluzione dell’Induismo. Così come, probabilmente, è riduttivo affermare che ‘il Vello d’Oro rappresenta, ovviamente, le ricchezze della regione. ’
Resta comunque intatto il fascino di questo libro, che si pone l’arduo compito di restituire un profilo a tutto tondo a figure femminili nella nebulosa del mito e della leggenda.

Vanna De Angelis, Amazzoni, Mito e Storia delle donne guerriere, Edizioni Piemme
Il Sole24Ore, 1998

Immagine: Le Amazzoni e i loro Trionfi di Giò Ponti per la Manifattura ceramiche Richard-Ginori.
La produzione dei vasi in ceramica del celebre architetto milanese di quegli anni viene presentata alla Biennale di Monza (1923) e all’Expo di Parigi (1925).