Un librino stellare!

Miei cari Amici delle Stelle,
Eccomi a voi con un librino piccino, che sta in una mano, ma che è ricco di spunti stellari.
Questa deliziosa creatura è arrivata in dono a me, diversi anni fa, e di tanto in tanto spunta fuori dal cassetto, essendo troppo piccola per essere inserita nella biblioteca, nella quale risulterebbe ancora più minuscola, tra quelli che rispetto a lei sono veri e propri colossi, ma in realtà sono libri di grandezza normale.
E’ un libro molto bello, che raccoglie le guergueras, inventate da un personaggio molto conosciuto in Spagna, che si chiama Ramón Gómez de la Serna. Un vero grafomane, questo Ramón, figlio del fondatore di una rivista spagnola che lui stesso diresse molto a lungo, pubblicando quotidianamente articoli e produzioni letterarie di ogni genere. Non stupisce che Ramón fosse un Cancro, come vedete dalla Carta del Cielo che vi riporto qui:


Carta del Cielo di Ramón Gómez de la Serna, nato il 3 Luglio 1888 alle ore 19 e 20 a Madrid - Spagna

Leggiamo come viene descritto Ramón all’interno del librino, da Danilo Manera:
Ramón Gómez de la Serna, o più semplicemente ‘Ramón’, come bastava dire nella sua epoca d’oro e come continuano a chiamarlo confidenzialmente lettori e critici non solo spagnoli, nacque nel 1888 a Madrid. Crebbe in un ambiente intellettuale: il padre Javier fu il fondatore della rivista letteraria ‘Prometeo’, centrale nel contesto d’inizio secolo (tra l’altro, la prima in Spagna ad avere contatti diretti col futurismo) Terminati nel 1908 gli studi universitari di legge a Oviedo, il giovane Ramon prese il timone della rivista, sulla quale apparvero anche le prime greguerias. Fin dall’adolescenza, la sua passione per la letteratura si era rivelata incontenibile, e per una dozzina di lustri non trascorrerà quasi nemmeno un giorno senza un articolo, un libro, una conferenza, un incontro. Il suo naturale fervore fu incoraggiato dalla relazione con la scrittrice Carme de Burgos, nota con lo pseudonimo di ‘Colombine’, e alimentato da importanti viaggi a Parigi, dove entrò in contatto, tra il 1909 e il 1911, con le avanguardie artistiche del tempo. Di esse si farà portavoce in Spagna, ma non certo in chiave d’imitazione, bensì reinterpretandole in modo originale, da protagonista, e colorando non di rado la provocazione ludica, la manipolazione linguistica e il nichilismo demolitore di geniaccio strapaesano, nelle varianti della macabra acutezza barocca del costumbrismo madrileno.
Il frutto più celebre e inconfondibile del pirotecnico estro ramoniano e del suo peculiare umorismo è sicuramente la gregueria. Il termine, scelto per il suono, sta per ‘schiamazzo’, ‘baraonda’, ‘gazzarra’, ma l’accezione introdotta da Gómez de la Serna ha ormai quasi soppiantato le precedenti. ‘Gregueria vuol dire molto perché non significa nulla’, avverte Ramón, ‘perché per la prima volta il titolo non pregiudica il genere. ’
L’autore provò spesso a definire la sua creatura, senza riuscirci in modo conclusivo. Diede la formula ‘metafora + umorismo’, disse che si trattava dello spontaneo cicaleccio della realtà, della fatale esclamazione dello spirito e delle cose all’imbattersi l’uno nelle altre, di quanto di più casuale esistesse nel pensiero; aggiunse che era un genere telegrafico, da annotazione furtiva, da panchina dei giardini pubblici o tavolino di caffè, e che per praticarlo bisognava avere un’anima incolume, pensosa, allegra e solitaria; chiamo la gregueria geroglifico e sgorbio, consolazione e spuntino, ameba della novità, graffito sbarazzino, frammento di puzzle, laccio per catturare il passeggero e l’inafferrabile, ubriacatura di vita e insieme minuscola urna cineraria. Miscela in dosi omeopatiche di beffa e candore contro noia e risentimento, le greguerias non vogliono essere flessive, ma sorprendere con le smorfie cubiste di uno sguardo paradossale, pronto ad allinearsi con l’intermittenza e la molteplicità. Tendono cioè ad una genesi più fisiologica che intellettuale: eppure, tra le stelle filanti e le bolle di sapone, spunta forse controvoglia, ma insistentemente, l’amara percezione del nero nulla che inonda tutto attorno al tubicino del caleidoscopio, fuori dal tendone del circo, spenta la musichetta ritmata che sostiene lo spettacolo ed esaurito l’intrigante cumulo del robivecchi.

Ed eccoci, miei cari Amici delle Stelle, alla parte dedicata agli Astri, o per meglio dire, alle guergueras sugli Astri:

La Luna accende sul bosco luci da cabaret

Le stelle lavorano con la rete. Per questo non ne cade nessuna in testa.

Le ultime stelle che si spengono sono le lanterne dei nottambuli. L’alba soffia e le smorza.

Quando cade una stella, si sfila una maglia nella calza della notte.

La luna e il sole hanno un solo letto per riposare e per questo una lavora mentre l’altro dorme e viceversa.

Ci sono cieli sporchi in cui pare siano stati puliti i pennarelli di tutti gli acquarellisti del mondo.

Quella stella è una giovinetta che si dondola su di un’altalena agganciata al cielo, il cui trapezio è invisibile sul fondo oscuro del firmamento, e noi non sapremo mai la via che conduce fino a lei.

Unite tutte le stelle con tratti di matita luminosa e otterrete il profilo di Dio.

Quando la Luna passeggia su un paesaggio innevato sembra una sposa dal lungo strascico diretta all’altare.

C’è un momento in cui l’astronomo sotto il grande telescopio si trasforma in microbo nel microscopio della luna, che si affaccia ad osservarlo.

Le stelle telegrafano tremori.

La luna è l’esclamazione di sorpresa della notte, il suo ‘Oh!’ luminoso.

La Luna: attrice giapponese in un monologo silenzioso.

Sulla luna viaggia ogni notte un clandestino che non ha pagato il biglietto

Se la luna si trovasse sotto le nuvole invece che sopra, porterebbe l’ombrello.

La Luna è lo specchietto con cui il sole si diverte di notte a molestare gli occhi della terra.

La cometa è una stella cui si è sfatta la crocchia dei capelli.

Dopo l’eclissi, la luna si lava la faccia per togliersi la fuliggine.

Da questa stella, come da una finestra illuminata, esce un suono di violino.

Tutte le stelle hanno un’ora diversa. Su alcune è ieri, su altre è oggi, e su altre ancora è venti secoli fa.

Un librino piccino, miei cari Amici delle Stelle, ma ricco di sensibilità, dolcezza, e fantasia, come espressione privilegiata di Sole, Venere e Mercurio in Cancro di questo autore speciale!