André Balbaut, amico stellare!

Miei cari Amici delle Stelle,
Ho conosciuto il grande André negli anni ’70, quando partecipai a un week-end astrologico in un collegio nei pressi di Chambery, sulla strada verso Grenoble. Era la prima volta che tenevo una piccola conferenza in francese. Ero emozionata, ho sempre amato quell’idioma, studiato con gioia e insegnato sporadicamente alla scuola media. Il mio amico Carlo Cignetti, indimenticabile Ariete, docente di francese, mi aveva aiutata a rivedere la pronuncia. Mi restò impressa la semplicità quasi spartana del luogo: lenzuola piegate sul letto che ciascuno doveva fare da se’, preparazione collettiva della tavola a fine pasto, grande camaraderie tra conferenzieri e allievi. Un impatto sorprendente per me, abituata all’alterigia di certi personaggi nostrani, gelosissimi del loro sapere, attenti a tenere le distanze (ho scoperto strada facendo che lo snobismo è di solito inversamente proporzionale alla preparazione e talento astrologico). La sera ci si raggruppava con gioia intorno a colui che già allora era riconosciuto come un fuoriclasse: André Barbault. Parigino dagli occhi penetranti, ci scrutava con grande intelligenza, rispondendo di buon grado alle nostre domande. Azzardai un quesito insidioso: se gli fosse accaduto di sbagliare una volta le sue previsioni astrologiche. Rispose affermativamente, raccontandoci di una signora cui aveva redatto un Tema previsionale. Dopo alcuni mesi tornò da lui e gli spiegò che le cose andavano malissimo e non era successo nulla di quanto da lui previsto. André le propose di rimborsarle il denaro che aveva pagato. L’anno successivo la signora si fece viva nuovamente: era accaduto tutto ciò che lui aveva previsto, con un anno di ritardo. Ci spiegò che in quel caso aveva imparato una regola importante: le persone non reagiscono ai transiti con la stessa tempistica: alcune presagiscono l’effetto del transito, e dunque lo avvertono prima del passaggio effettivo di un certo Pianeta, altre lo accompagnano, altre ancora ne ritardano gli effetti.
Negli anni abbiamo avuto, io e André, una bella corrispondenza, ed è un piacere per me ricevere, tramite la posta ordinaria, i suoi libri, sempre accompagnate da dediche preziose.
Ed eccomi qui a riproporvi, miei cari Amici, quale omaggio stellare ad André, che festeggia il compleanno in questi giorni, un tuffo nel passato e ad un suo libro davvero speciale, dal titolo: ‘Piccolo Manuale di Astrologia’:

Lo Zodiaco si presenta come una specie di ‘spettro’ delle diverse tonalità planetarie. Ogni Segno è in affinità con un astro in particolare e può ridursi ad una equazione di due o tre astri. Ecco la tastiera:
Ariete: è della natura Marte-Sole
Toro: è della natura Venere-Luna
Gemelli: è della natura Mercurio
Cancro: è della natura Luna
Leone: è della natura Sole
Vergine: è della natura Mercurio
Bilancia: è della natura Venere-Saturno
Scorpione: è della natura Plutone-Marte
Sagittario: è della natura Giove
Capricorno: è della natura Saturno-Marte
Acquario: è della natura Urano-Venere
Pesci: è della natura Nettuno-Giove-Venere

La seconda regola di interpretazione consiste dunque nell’attribuire importanza alla posizione occupata dai Pianeti nei Segni. In particolar modo al gruppo degli astri rapidi: Sole, Luna, Mercurio, Venere. Le posizioni zodiacali di questi quattro astri possono dare un’impronta alla tonalità planetaria del tema. Quindi, se questo gruppo di astri rapidi è nel Capricorno e nell’Acquario è sufficiente perché vi sia una nota saturniana più o meno dominante, che coopera con il resto del Tema. Da Toro e Bilancia in una posizione molto accentuata deriva una nota venusiana; una nota marziana da Ariete-Scorpione. In questa ricerca zodiacale conviene includere l’Ascendente fra quattro astri rapidi.

La terza regola d’interpretazione consiste nel fare il punto sull’insieme degli Aspetti del Tema. Per questo bisogna considerare:
gli Aspetti di tutti gli astri con l’Ascendente e il Medio Cielo: l’astro in aspetto è valorizzato;
gli Aspetti (dando la priorità alla Congiunzione, poi alla Opposizione e poi agli Aspetti che hanno le orbite minime degli otto Pianeti al Sole e alla Luna: stessa valorizzazione del Pianeta in aspetto;
gli Aspetti (stessa verità) dei Pianeti lenti, per esempio Plutone con Marte, Mercurio o Venere: valorizzazione del Pianeta lento sul piano mentale intellettuale se l’Aspetto è con Mercurio, sul piano affettivo-sentimentale se l’Aspetto è con Venere.

Dato che la nozione di Dominante è una questione di rapporti, di tendenze, di cui alcune sono più valorizzate di altre, tutte le varianti sono concepibili, dalla tendenza minore più o meno silenziosa, nascosta, locale, parente povera del Tema, alla Dominante schiacciante che ‘copre con le sue ali’ l’insieme del Tema. E man mano che ‘scendiamo’ dal dato maggiore al dato minore scivoliamo gradualmente dalla comprensione delle grandi direttrici della composizione psicologica alle annotazioni sempre più sottili della materia psichica.


Facciamo ora conoscenza con la gamma del planetarismo:

Lunare: Questo tipo vive in armonia con l’infanzia che si prolunga in lui. Ne ha sovente le sfumature, l’impasto, la tenerezza, la freschezza, il candore, l’ingenuità, la delicatezza e la purezza. E’ impastato di istinto e di anima. Vicino alla sua vita animale, egli è impulsività, emotività, sensibilità. La sua natura è impressionabile, influenzabile, recettiva, labile, fluida, in uno stile acquatico, pigro, languido, vaporoso. Vivere è sognare, andare a zonzo, ascoltare la propria melodia interiore, abbandonarsi allo stato contemplativo, alla propria immaginazione, al proprio capriccio, alla propria fantasia, alla propria ispirazione. E’ il regno della vita interiore e della visione soggettiva. Questo si traduce sovente nel gusto nostalgico del rifugio, dell’intimità; il bisogno di volgersi al proprio passato, all’infanzia, alla famiglia, alla casa; la vita sedentaria semplice e tranquilla in un ambiente ovattato, in un universo chiuso. Al polo opposto c’è l’evasione di un’anima nobile, vagabonda, instabile e bizzarra: la ‘vita di Bohème’, il desiderio di un destino colorato d’avventura sempre alla ricerca di nuove sensazioni. O ancora, il regno dell’immaginario, della chimera, del fantasma, del delirio…
Affinità elettive: la natura (la riva dell’acqua e il sottobosco), la poesia lirica, il racconto, la favola, il diario, la romanza, la ninna nanna, il poema sinfonico, la storia, il folklore, i colori tenui, cangianti, i toni azzurrati e argentati o crepuscolari (Corot, Chagall, Flaubert, La Fontaine, Millet, Modigliani, Musset, Poe, Proust, Rembrandt, Schumann, Schubert, Verlaine).

Mercuriano: Questo tipo vive in armonia con l’adolescenza che si prolunga in lui. Età androgina che rappresenta un periodo di affinamento, di risveglio dallo spirito, di disimpegno delle facoltà di differenziazione, di discernimento, di giudizio, di comprensione, di scelta: periodo di passaggio, di rapida trasformazione, instabile e inquieto. L’essere si distacca dall’istinto e la sua personalità si evolve in un meccanismo di difesa contro l’affettività. La sua vita sensibile è contenuta dal gioco della critica, dell’ironia, della facezia: circoscritta alla sfera di un Io preoccupato di appartenersi, di difendere ed organizzare i suoi interessi, di vivere nella comodità; cosa che non esclude un nervosismo legato alla mancanza di stabilità. E’ una natura mobile, sveglia, viva, attenta, leggera, fine, sottile, ingegnosa, scaltra, curiosa, maliziosa, astuta, birichina, variata, mutevole, ficcanaso. Eccellente fattore di adattamento per duttilità, abilità e disponibilità; pericolo di instabilità e dispersione. Gusto del gioco, dell’esercizio dello spirito, dell’eccitazione mentale, della sperimentazione. Senso del contatto, bisogno di movimento, di dialogo e di scambi, nell’affermazione dei mezzi d’espressione. Affinità elettive: la mondanità e i viaggi, la conversazione, l’imitazione, la parodia, il virtuosismo, il disegno, l’epistolario, le opere libertine, la critica, la letteratura scientifica (Chamfort, Courteline, Conan Doyle, Offenbach, Rivarol, Voltaire).

Venusiano: Questo tipo vive in sintonia con la verde età dell’uomo nel fiore della sua prima gioventù. Periodo caratterizzato da uno sviluppo plastico di forme morbide e aggraziate, che si accompagna al risveglio della sensualità, della sensibilità amorosa, della cura della propria bellezza, del suo fascino fisico, del gusto di piacere e dell’amore per i piaceri. E’ un essere sensitivo, per il quale vivere consiste nell’abbandonarsi allo slancio del proprio cuore, all’essere sedotto, all’inebriarsi di emozioni, al lasciarsi trasportare dai sentimenti, al vivere in affinità con le persone che piacciono e in armonia con le cose. E’ il mondo femminile del sorriso, del bacio, della carezza, della comunione affettiva e della grazia. Il carattere tende ad essere sensibile, elegante, piacevole, amabile, affabile, gaio, vivace, attraente e dolce, conciliante e malleabile se non frivolo; può anche diventare lo zimbello della passione o tributario della sua affettività. Affinità elettive: l’amore, la mondanità, l’ebbrezza sensuale, la festa, il piacere o il dispiacere (Boucher, Delibes, Fragonard, Messager, Massenet, Mme de Pompadour, Rossini, Watteau).

Solare: Questo tipo vive in armonia con la giovinezza che assume il carattere adulto. Periodo di sviluppo del giovane, attratto dai valori ideali dell’Io. E’ lo stadio in cui, all’ingresso del proprio destino, l’essere è acceso di luce, di splendore, di grandezza, di superiorità. Esaltato, egli ha sete di perfezione, d’assoluto; ambizioso, egli è pronto a tutti gli eroismi, pieno di grandi e bei progetti, più o meno difficili da realizzare; tende ad un gradino sopra di sé, Vivere significa identificarsi col proprio ideale, amare ciò che eleva per brillare e superarsi. E’ un carattere che si forma nell’esercizio della volontà e nella piena coscienza di sé; che si vuole controllato e che mira alla completa padronanza della sua persona nello sforzo, nella disciplina, nell’esigenza, se non nell’intransigenza, con il gusto dell’affermazione, la tendenza al dominio. E’ altresì un selettivo, un esteta, un aristocratico; raffinato, brillante, elegante e irradiante. Magnanimo, entusiasta, ama il bel gesto, il superbo, il magnifico, ma può abbandonarsi al culto dell’Io e diventare prigioniero del suo personaggio. Donde il rischio di una fierezza arrogante e sdegnosa, cioè l’orgoglio. Affinità elettive: la vocazione, l’etica, gli onori, il fasto. Nell’arte, la grandiosità impersonale, il genere eroico, il sontuoso, l’epopea, il teatro, il romanzo sociale, il concerto, la sinfonia, l’affresco, le tonalità luminose e squillanti, l’architettura, il classicismo (Corneille, Goethe, Liszt, Luigi XIV, Petrarca, Ronsard).

Marziano: Questo tipo vive in armonia o affinità con la psicologia della forza piena dell’età, delle conquiste effettive dell’esistenza, in cui si combatte per vivere. Dopo lo stadio solare delle ambizioni progettate, si passa a quello delle realizzazioni positive, acquisite a faccia a faccia con la dura realtà, alternando successi e sconfitte, cadute e riprese, ripiegamento e speranze. E’ un essere di fuoco che vive di combustione, di dispendio energetico, di sforzo, di coercizione controllata, che si esplica sia nella forza muscolare, sia nell’impulso del desiderio, sia dell’energia virile che osa, e si impone per dominare e per conquistare. C’è coraggio, robustezza, schiettezza, vigore, audacia, intensità, efficacia. La trama del carattere è fatta di rudezza, tensione, forza animale. Il pericolo sta nella liberazione incontrollata all’aggressività, della brutalità, della violenza, di una impulsività distruttiva, che può diventare maniaca o sadica… Affinità elettive: le passioni, le dilapidazioni, i processi, le inimicizie, gli incidenti, lo sport, la polizia, l’esercito, la chirurgia, la critica, la satira, la decisione, l’espressionismo (Berlioz, Bismark, Boileau, Condé, Daumier, Delacroix, Gabin, Garibaldi, Gustavo-Adolfo, Murat, Patton, Van Gogh, Vlaminck).

Iupiteriano: Questo tipo vive in affinità con la psicologia dell’età del frutto: età matura, sbocciata e placata; età del successo e del riposo dopo il tumulto marziano. La vitalità è ancora possente e talvolta ribollente benché prossima all’affanno. E’ il momento in cui si ama godere dei risultati dei propri sforzi, in cui si mette su pancia, in cui ci si sistema nella comodità morale e materiale, apprezzando gli oggetti, il gusto dell’ordine, i valori stabiliti. Le forze profonde che animano un simile essere servono al suo sviluppo vitale: è un espansivo, un sensoriale, un euforico, un estroverso, un consumatore che apprezza ciò che di buono c’è in questo mondo. Il carattere è gioviale, ottimista, fiducioso, generoso, liberale, benevolo, socievole, aperto, espansivo o addirittura esibizionista, afferma gli appetiti e i bisogni vitali legati alla sensualità, all’interesse, all’ambizione. Natura che si esplica in volume, in spazio, in ampiezza, in potenza, in vitalità espansiva o in autorità naturale. Personalità che tende a unificare il proprio istinto e la propria ragione in umanesimo o in saggezza…. Affinità naturali: la gastronomia, la banca, la politica, le distinzioni, le istituzioni; in arte, il romanzo, soprattutto di tipo realista, la prosa, il genere descrittivo, pittoresco, l’umorismo, l’affresco (Balzac, Curnonsky, Claudel, Francesco I, Fallières, Hugo, Mirabeau, Mistral, Raimu, Renoir, Rodin).

Saturniano: Questo tipo si ricollega alla psicologia della vecchiaia, l’età in cui l’essere si ripiega su se stesso disseccandosi e raffreddandosi, fisso su degli atteggiamenti definitivi. Le forze che lo animano lo portano a isolarsi, ridursi, concentrarsi; a rifugiarsi nel silenzio della riflessione, nella notte della sensibilità, nel profondo della vita interiore. E’ l’introverso che tende allo scetticismo, al pessimismo e alla melanconia. Il suo carattere è fatto di calma, di lentezza, di discrezione, di riservatezza, di pazienza, di prudenza, di parsimonia, di stabilità, di controllo, di ascetismo, di rinuncia. Può realizzarsi nell’astrazione, nella spersonalizzazione, nel sacrificio. E’ l’espressione schiva, timorosa, grave, tetra e austera della vita. Quando non prevale la paura, il rifiuto e il distacco dalla vita, domina il male di vivere, fatto di avidità, di frustrazione, di ipersensibilità tormentata e dolorosa. Affinità elettive: la pena, lo sforzo, il dovere, la responsabilità, la virtù, la perdita, le ‘vacche magre’, la malattia, la morte; in arte il tragico e l’idillico, il lirismo e il dramma, il realismo freddo, l’arte astratta, i poeti maledetti, i toni cupi (Beaudelaire, Calvino, Cézanne, Carlo V, Colbert, Chopin, Keplero, Mazzarino, Pasteur, Robespierre, Saint-Simon, Schopenhauer, Spinoza, Taine, Utrillo).

Questo settenario tradizionale dei sette astri del mondo visibile esce dal fondo mitologico degli dei-Pianeti, cosa che lo discredita agli occhi del razionalista poiché si tratta di una derivazione del pensiero mitico. Non lasciamoci impressionare da un simile pregiudizio. La mitologia appare sempre di più una creazione poetica dell’anima collettiva suscettibile di toccare verità profonde e di raggiungere i valori più essenziali dell’umanità. La tipologia mitologica corrisponde in realtà ad archetipi umani: categorie di caratteri eterni posti lungo la curva delle varie età della vita e ricavate appunto dal tessuto della ‘commedia umana’. E’ questa la ragione per cui le antiche divinità sono tuttora vive dentro le moderne etichette delle classificazioni psicologiche. Il poeta ha semplicemente preceduto lo scienziato nella conoscenza della natura umana, la quale ultima è stata intuita prima ancora di essere pensata. Il mito non è altro che la preconoscenza del mondo. Per finire, passiamo ai tre Pianeti invisibili scoperti relativamente di recente, che si localizzano su un’altra ottava, in infra e ultra.

Uraniano: ‘Fai da te, pazientemente o impazientemente, il più insostituibile degli esseri.’ Questa frase di Gide illustra a meraviglia l’archetipo uraniano. Alla sua origine vi è un principio di intensità: (in rapporto all’ambiente) e di iperindividualizzazione. ‘Non essere come gli altri’ è una necessità imperiosa che si afferma attraverso una condotta di autonomia, di indipendenza, di singolarità, cosa che conduce all’inadattabilità, all’eccentricità, alla rivolta, o all’originalità o ancora ad un totalitarismo dell’azione o della passione. Il carattere si atteggia nella piena affermazione del polo mentale, soprarazionale e super cosciente della personalità: ‘So chi sono’. La capacità di spingere a fondo la mobilitazione delle proprie forze interiori conduce alla conquista di una vetta, a un parossismo dell’Io o da un aumento del voltaggio. Possibile tendenza verso ciò che è inabituale, eccezionale, eterodosso, nuovo; rifiuto di una vita incrostata di norme, di consuetudini, di convenzioni e di sentieri già battuti; e quindi possibilità di sfida, scandalo e violenza. Tutto questo produce talvolta il tipo estremista posseduto dalla frenesia, amante di imprese spericolate, di prodezze, di primati, di tutto ciò che è all’avanguardia, che vuole andare fino al limite estremo delle proprie possibilità e far retrocedere i limiti del possibile. Prometeo o l’apprendista stregone. Analogia con il modernismo, il futurismo, il cubismo, le ‘tegole sul capo’, i colpi di scena, le partite di poker. (Braque, Bertolt, Brecht, Le Corbusier, Gauguin, Léger, Prokofiev, Stravinsky, Walt Disney).

Nettuniano: Contrariamente all’uraniano, che coltiva la sua differenza, questo tipo approfondisce la sua comunione. ‘Io avrei portato una società tutta intera nella mia testa,’ (Balzac). Occuparsi dell’umanità nella propria persona è una formula ideale per l’archetipo nettuniano. Alla base vi è un principio di estensione, di permeabilità (all’ambiente), di integrazione o di dissoluzione universale, il cui registro può assumere tutta una gamma di valori: indifferenziazione, confusione, ricettività, identificazione, contemplazione, comunione, partecipazione al gruppo, adesione all’unità superiore…
L’ambiente gioca infatti per il Nettuniano un ruolo simile a quello dell’oceano per il pesce. Donde una plasticità psichica eccezionale, la personalità ha una tendenza-base che si sviluppa nel suo aspetto subcosciente, affettivo, irrazionale, intuitivo o mistico: ‘Non sa bene chi è’’ poiché è una entità psichica indefinita e infinita. Sensibile agli ambienti e alle potenze misteriose, in comunione con particolari forze del mondo o della vita: fede pubblica, febbre collettiva, sentimento popolare, vivere per lui significa chiudere gli occhi per meglio subire la propria allucinazione, per meglio abbandonarsi al proprio stato visionario, per meglio appartenere alla propria rivelazione spirituale, per sposare una vita più ‘larga’. Analogia con gli ideali della marea popolare, l’impressionismo, il simbolismo, il surrealismo, le chimere, il miraggio (Debussy, Lamartine, Pissarro, Signac, Eugène Sue, Verlaine, Leonardo da Vinci).

Plutoniano: Il più lontano dei nostri Pianeti simbolizza la profondità delle nostre tenebre interiori che giungono fino alla notte originale dell’anima, cioè gli strati più arcaici della Psiche. Quando Jung afferma che l’uomo civile si trascina ancora ‘la coda di un dinosauro’, egli fissa l’immagine internale di questa regione ancestrale assai marcata in questo tipo. La sua personalità è tributaria a questa potenza animale, da cui tende ad affermarsi un feroce e vigoroso individualismo, in armonia con le forze sismiche del sottosuolo, in quanto l’essere vive una verità, una certezza, collegate ad un assoluto viscerale. I brividi selvaggi da cui è scosso sono il richiamo di potenze tenebrose agenti nel mistero drammatico del destino. Questa forza, difficilmente disciplinabile, ama manifestarsi nella tempesta e può esprimersi in rifiuto, in rivolta, in disordine, in sadismo, in ‘nero’. Se questo slancio vitale è più o meno bloccato da un conflitto interiore, il soffocamento che ne deriva può condurre ai fermenti della nevrosi. Tende allora a stabilirsi un clima di malessere che favorisce l’ossessione, l’angoscia, il sentimento della nausea, dell’assurdo, del nulla, tutte manifestazioni di una aggressività ‘anale’ che si rivolta contro se stessa, di una violenza rientrata. Analogia con il caos del nazismo, l’esistenzialismo, la crisi attuale della società (Beckett, Buffet, Camus, Giacometti, Ian Fleming – James Bond, Masson, Mirò, Sartre).

André Barbault, Piccolo Manuale di Astrologia, Mursia