Carte Celesti!
‘Sono seduto nei pressi del fuoco e aspetto. Il bambino continua a dormire e consuma un sogno dietro l’altro. Per lui, per tutti coloro che in questo momento affondano nel sonno, il mondo non esiste.
Né esisto io o il cielo che mi sovrasta e nel quale tento di rintracciare la costellazione dell’Ariete. Fisso la Stella Polare, il grande Settentrione, il trono di Dio, e sposto lo sguardo verso destra naufragando nella Via Lattea, oltre la quale dovrei trovare le tre stelle che cerco, ma oltre la quale non riesco a procedere. La sera è limpida ma il mio occhio è stanco e la memoria è incerta. Forse quella è Hamal, la regina dell’Ariete, ma non ne sono sicuro. Non sono mai stato un esperto nel leggere le carte del cielo, perché non riesco a sostenere a lungo il confronto con le stelle. Mi danno la vertigine e mi sento schiacciato, condannato a questa iniqua inferiorità, mentre dentro di me avanza, come in un incendio, il desiderio del cielo e vorrei balzare verso l’alto e consumare i vincoli del corpo.
Talvolta il filo che collega la realtà al desiderio è impalpabile come un sorriso; in altri casi è tagliente come un rasoio e incide profondamente. Accade quando la realtà si oppone al desiderio o quando il desiderio eccede la realtà. Così soprattutto è per me: vado troppo oltre. Colpa della mia natura! Sono nato sotto il segno dell’Ariete e vivo in uno stato di continuo fermento.’
Eduardo Rebulla, Carte celesti, Sellerio Editore Palermo