Da Galileo alle Stelle!
'Questo volume vuole essere un omaggio a Galileo Galilei, uno dei più grandi geni che l'umanità abbia mai avuto. Con la sua opera nasce, si può dire, la scienza moderna, basata su quel metodo sperimentale di cui Egli fu convinto e tenace sostenitore.
Attraverso l'applicazione di questo metodo Galileo avviò anche l'entusiasmante avventura della conoscenza dell'universo individuando alcune leggi fondamentali della natura, che Egli paragonava ad un "gran libro" scritto nel linguaggio della matematica. A Padova Galileo insegnò per ben diciotto anni, dal 1592 al 1610; arrivato non ancora trentenne, lascerà questa città nella sua piena maturità di scienziato e di uomo, non senza vivo rimpianto se ebbe a scrivere nella vecchiaia (1640) che quegli anni furono i più belli della sua vita ("li migliori di tutta la mia età").
Il 7 dicembre 1592 Egli tenne a Padova la sua prima lezione della quale ricorre quest'anno il quattrocentesimo anniversario. Il nostro Ateneo ha ricordato l'avvenimento con una serie di manifestazioni culturali che vogliono celebrare la grandezza del genio di Galileo ed insieme il ruolo che l'Università di Padova ha avuto nella storia del metodo scientifico: un ruolo di particolare rilevanza se ha fatto scrivere a un grande studioso della genesi della scienza moderna, Herbert Butterfìeld, che "si ebbero in questa Università sviluppi tali da giustificare la concezione secondo la quale, ammesso che l' onore di essere stata la sede della rivoluzione scienti fica possa appartenere di diritto ad un singolo luogo, tale onore dovrebbe essere riconosciuto a Padova". In effetti, l'Ateneo patavino è stato, nella sua vita plurisecolare, un punto di riferimento per tutta la cultura europea: a Padova Pietro d'Abano apre prospettive inedite agli inizi dell'Umanesimo; da Padova passa anche Copernico, e la scuola medica patavina nel Cinquecento pone le basi per la nascita della anatomia, della fisiologia e della clinica moderna. Tutto questo è reso possibile principalmente dal clima che la lungimiranza della Serenissima Repubblica di Venezia vi ha creato, un clima di libertà e tolleranza in anni in cui altrove trionfava il dogmatismo e la repressione delle nuove idee.
In questo clima Galileo può lavorare in tranquillità e serenità, sicuro che le sue indagini sulla natura non subiranno censure accademiche o anatemi ecclesiastici, in un ambiente dove le idee nuove trovano alimento nella già secolare tradizione di libera ricerca garantita all'Università dalla città fino dal suo sorgere, nel 1222. Anche i continui contatti di Galileo con i circoli culturali padovani e veneziani contribuiscono a rendere particolarmente fecondo il lungo periodo in terra veneta, ed i frutti della elaborazione di pensieri e di esperienza che Egli sviluppa in questi anni non tarderanno a vedere la luce in parte anche nel periodo fiorentino, fino ai dolorosi momenti della condanna e della vecchiaia.
Le ricerche astronomiche occupano un posto importante nel lavoro di Galileo a Padova. Nel 1609, giuntagli notizia che degli artigiani olandesi avevano costruito un "occhiale" capace di rendere visibili gli oggetti lontani, Egli vi apportò notevoli miglioramenti e mise a punto il suo "cannone" - il cannocchiale - di cui si servì, alla fine del 1609 e nelle prime settimane del 1610, per compiere accuratissime osservazioni astronomiche, dando così l'avvio a una nuova epoca della storia dell'astronomia. I risultati di tali osservazioni furono da lui subito comunicati nel Sidereus Nuncius, un'opera finita di stampare nel marzo del 1610 e pervasa da un grande entusiasmo per le risultanze delle sue scoperte, tra cui la più sorprendente fu quella dei satelliti di Giove.
L'eredità di Galileo a Padova sarà raccolta e portata avanti nei secoli successivi da studiosi di grande rilevanza, fino ai giorni nostri, nei diversi ambiti dell'indagine scientifica del mondo naturale. Valga come esempio per tutti quello della scuola di astronomia, che a Padova è oggi particolarmente fiorente, ed è una punta avanzata della ricerca a livello nazionale e internazionale. Di tutto ciò questo volume vuole essere testimonianza, nell'anno in cui ricorre il quarto centenario della venuta di Galileo a Padova: ma si propone di essere anche un contributo alla diffusione della conoscenza delle moderne indagini astronomiche, sviluppate oggi con metodiche raffinate e complessi strumenti nel solco di una secolare tradizione.
Ciò giustifica la composizione del volume stesso, nel quale la rivisitazione del passato si coniuga con il richiamo alla contemporaneità, facendo convivere le immagini dell'antico con quelle del presente nella ricerca sull'Universo. Meritano dunque un caldo ringraziamento il Collega prof. Francesco Bertola, ordinario di Astrofisica nella nostra Università, che ha curato con competenza e - si deve dire - con amorevolezza questo volume; il signor Francesco Danesin, apprezzato tecnico del Dipartimento di fisica "Galileo Galilei", cui si devono molte delle suggestive, artistiche fotografie qui presentate, segno di una rara sensibilità estetica e di una devozione al nostro Ateneo davvero non comuni; gli autorevoli studiosi che hanno preparato i saggi che compongono la seconda parte del volume, tutti assai pregevoli per rigore e nel contempo per chiarezza espositiva; la Biblos Edizioni che ha accolto con entusiasmo la nostra proposta di pubblicare questo volume e infine la Banca Antoniana che ne ha reso possibile la realizzazione assicurando nel tempo il ricordo delle Celebrazioni Galileiane.'
Mario Bonsembiante, Rettore dell’Università di Padova, 1992