Lilith di George MacDonald

Anni fa, passeggiando in Liguria sul lungomare di una piccola città della riviera di Ponente, scorsi in vetrina un volume intitolato semplicemente Lilith. Il nome del suo autore, George Mac Donald, non mi giungeva nuovo. Nella mia lunga ricerca su Lilith lo avevo trovato citato, ma questa era la prima volta in cui mi si presentava la traduzione italiana del suo lavoro, per le Edizioni Philobiblon. Si tratta di una collana di ‘fiabe per adulti’, e il lavoro di cui vi parlo è il primo della lista, tradotto da Giorgio Spina, ottimo studioso e vicepresidente della George MacDonald Society di Londra. La lettura (non cosi facile!)si snoda in oltre 300 pagine nelle quali il protagonista si sposta dalla vita reale in altri mondi, al di là del tempo attuale, attraverso un curioso meccanismo. Nel castello in cui vive e di cui è erede ogni tanto si intravede il fantasma di un bibliotecario che ha servito i suoi antenati. Accompagnato da lui, Mr Vane esce dal tempo attuale e viene introdotto in mondi fantastici a volte sereni e altre volte molto inquietanti, al di là della morte stessa, dei quali Lilith fa parte a buon diritto come una delle protagoniste. Creatura a metà tra il fantasma e il reale, seduttrice imprevedibile, con numerose controfigure, tra le quali Eva, Lona, Mara e alcune belve feroci, ivi inclusa la lonza di memoria dantesca.
Il volume è completato da una appendice di Andrea Dacrema, di stampo psicanalitico, dal titolo ‘Sognare Lilith’. Ci sono citazioni pregevoli, a principiare dalla prima e più criptica, diventata famosa: ‘La sola porta di entrata è quella di uscita’.

Lilith, George MacDonald, Philobiblon Edizioni. Ventimiglia (Im)