Ricordi telegrafici!

La storia è stata questa: mio papà mi disse: "Betta non ti piacerebbe andare a scuola? Pensa quanto bambini conosceresti!"
Ma io non volevo andare a scuola perché a me interessava solo ritagliare le bambole di carta e Gira la Moda. Così mia nonna compro’ un banco e la lavagna e andavo a casa sua tutti i giorni vestita da Primavera, un orrendo abito da Carnevale, e correvo avanti e indietro con la bacchetta magica facendo le cornicette.

Non mi interessava nient'altro, tutte le mattina mio papà mi portava da mia nonna, che mi faceva colorare, disegnare, ed essendo lei Maestra, mi insegnava a scrivere.

Dopo un anno un giorno mi dissero: "Adesso vai alla scuola e fai un esame. Devi scrivere quello che hai imparato, non ti preoccupare, vai in un posto che si chiama Classe, ci saranno altri bambini e colori e disegni".

Pensavano di fregarmi. Io avevo capito che qualcosa non tornava, perchè si parlava di andare tutti i giorni, e quindi perchè cercavano di truffarmi dicendomi che sarei andata solo una volta?

Mi depositarono li e piansi così tanto perché non sapevo allacciarmi le scarpe e sapevo l’alfabeto solo fino alla F, al punto che le maestre non sapevano più cosa fare, e piansi fino a che mia mamma venne a ritirarmi. Li avevo presi per sfinimento!

Decisamente soddisfatta perchè avevo raggiunto il mio scopo, salutai (anzi, congedai) tutti con la manina e me ne ritornai nel mio banco di mia nonna che ho ancora adesso e il mio vestito da Primavera.

Poi a scuola ci sono andata (ma solo se potevo guardare la Casa nella Prateria al pomeriggio, altrimenti no!)  e per tutta l’università mia nonna mi interrogava e così ci siamo laureate. Lei si è laureata con me, tutti i giorni abbiamo studiato insieme, e lei mi interrogava. Quando si annoiava diceva che studiavo cose insensate e ne approfittava per correggere gli errori di grammatica e sintassi degli autori dei tomi che dovevo imparare.

Poi lei a un certo punto è’ andata in cielo, e domani che andiamo a Messa per ricordarla io so che lei aspetta la partita di calcio di domani sera con Penelope in braccio e farà di tutto, dico di tutto, per fare vincere la nazionale.

Ti pensiamo sempre e se ho imparato a mettere le letterine in fila, è grazie a te, cara nonna Giovanna. Tua nipote che dimenticava sempre i puntini sulle i quando scriveva e dovevi aggiungerli con la penna rossa!

Torino, 20 Luglio 2021

P.S. Mamma, Lelo (mio papà) e Nonna Giovanna.