Auguri con ritardo, per l'anno 1984!
Miei cari Amici delle Stelle,
Oggi vi racconto un aneddoto divertente, che ci riporta a molti anni fa: come abbiamo avuto modo di commentare diverse volte insieme, i cassetti custodiscono ricordi di ogni genere.
Non solo, essendo un mio ingenuo convincimento che anche gli oggetti posseggano un'anima, a volte si ha davvero l'impressione che il passato torni, quasi per caso, nei momenti più impensati.
Vi capita mai di cercare una cosa e non trovarla? Vi prodigate, guardate ovunque, mettete tutto in disordine, ma... niente da fare.
Appena interrompete la ricerca degna di un cane da tartufi, dedicandovi ad altro, spunta l'oggetto discolo. E, a volte, con un esercizio di fantasia, si ha quasi l'impressione di essere osservati, con un sorriso beffardo, da chi si era nascosto!
E' una sensazione che i proprietari di gatti conoscono bene, per la capacità di queste creature di diventare immobili, mimetizzandosi così bene da diventare parte dell'arredamento, salvo poi spuntare a sorpresa, correndo come nella celebre fiaba del Gatto con gli Stivali!
Ritornando ai cassetti, contengono qualsiasi cosa: a volte si incastrano, perchè qualcosa resta impigliato, e siamo troppo pigri per andare a controllare che cosa sia accaduto.
Le Feste vengono sempre in aiuto: si fanno programmi mirabolanti di riposo alternato a pulizie radicali - non di rado insensate - che hanno lo scopo di eliminare, o semplicemente di spostare da un'altra parte la fonte del disordine visivo.
Essendo la nostra famiglia numerosa, posso dirvi che con i figli la battaglia per l'ordine è persa in partenza: io a volte non mi capacitavo di come in una stanza di potessero accumularsi insieme vestiti, libri, cianfrusaglie e oggetti di ogni genere.
Il fatto che mi stupiva era la disinvoltura con la quale i titolari della cameretta degli orrori si muovessero, ritrovando in un batter d'occhio ciò che io non avrei mai trovato, neppure con il lanternino!
Però, devo dirvi, che quel disordine dei nostri ragazzi è segno di vitalità, gioia, di quella voglia di custodire pezzetti di vita, senza un apparente senso logico, che commuove noi adulti.
In famiglia abbiamo preso l'abitudine, dopo almeno un decennio che il diretto interessato non è si presentato per ritirare oggetti che sembrano appartenergli, di riempire scatoloni colorati, di buona qualità, resistenti ad ogni genere di evento imprevedibile come la pioggia!
Inizialmente Alfredo scriveva pazientemente il contenuto su un cartoncino applicato con precisione, poi si è stufato e mette i numeri: 1, 2, e via a seguire.
Successivamente li sistemiamo, accuratamente disposti, in una stanza che sembra un magazzino: e così, un trapano non funzionante (ma non si può buttare, non si sa mai....) è vicino ad un vecchio gioco di società, che a sua volta saluta quaderni delle elementari di figli, nipoti, e loro amici che non sapranno mai che li abbiamo noi!
Di tanto in tanto, apriamo uno scatolone, tutti insieme, per guardarne il contenuto. Ritroviamo l'aneddoto corrispondente, sorridendo, e io con garbo domando: "Che bello! Lo vorresti portare a casa?"
La risposta è sempre identica: "No Mamma, tienilo tu. Poi passo a prenderlo."
Oppure: "Ho già tante cose, passo dopo."
Storie ordinarie di genitori, che conoscete a memoria.
Ritornando ai nostri cassetti, ieri ci siamo dedicati ad un'altra attività molto utile, che consiste nel "rivestire i cassetti".
Nella mia famiglia di origine era un evento: nei cassetti nobili si metteva carta di classe, magari del tipo Amalfi; nei cassetti derelitti, carta da pacchi, ottima per coprire macchie di inchiostro che non andavano via, con risultati incerti.
Tirando fuori il cassetto, sembrava un po' incantato: c'era una scatolina che bloccava, in un angolo sperduto al buio, l'apertura.
Finalmente lo scatolino viene fuori. Un momento di fantasia pura, nella quale si pensa di tutto. Sarà una antica moneta custodita nei meandri di casa nostra? Oppure un paio di orecchini? Ci si sente come degli esploratori di tesori, e si trattiene anche un po' il fiato nel momento in cui si apre quello che dovrebbe essere un prezioso scrigno.
Ed ecco che salta fuori un ricordo prezioso: l'Agendina di Amica del 1984!
Per un intero ciclo di Saturno, ho avuto l'onore e il piacere di collaborare alla stesura dell'Agendina, che nei primi anni era piccina, più piccola di una biro. Copertina plastificata, successivamente di tela, e poi in formato più elegante.
Pensate che mi mandavano uno scatolone con molte agendine, e io le regalavo a tutti coloro che passavano a fare gli auguri nel periodo natalizio.
Grazie all'Agendina ho conosciuto persone squisite, sia nella Redazione di Amica, sia nell'ambito dei lettori.
Oggi sono amici, e mi commuove pensare che una pubblicazione più piccola di una mano abbia creato amicizie solide e durevoli.
Non ricordavo il motivo per cui questo prezioso reperto fosse in una scatolina in un cassetto.
Poi mi sono ricordata, improvvisamente!
Quando arrivava il pacco con le agende, ne davo una decina ad Elisabetta per le sue amiche.
Lei le custodiva, divertendosi, aspettando che le dicessi: "Me ne daresti una che le ho terminate?"
Prendendomi in giro, sostenendo che avevo le mani bucate, compariva con una agendina. Senza dirmi dove aveva messo al sicuro le altre.
Ieri ho scoperto dove le teneva!
Permettetemi miei cari amici delle Stelle, di donarvi questa bella immagine dell'Agendina.
Piccina, ancora ben custodita, che si accompagna, con leggero ritardo, ai miei migliori auspici per l'anno 1984!!!!!
Buona domenica a tutti voi,
Grazia
Torino, 9 Gennaio 2022