Il Cancro, nel lontano 1983!

E’ una storia buffa, quella legata ad un Almanacco, edizione 1983, che è grande come il palmo di una mano. La mia Mammetta, complice il suo Giove in Cancro, ha scritto moltissimo: libri, librini, contributi teneri che conservo con molta cura, perché è bello guardare al futuro, sfogliando il passato.

Un giorno, mentre girellavo sul Web, ho visto un oggetto che ha immediatamente catturato la mia attenzione: si intitolava ‘Almanacco 1983’, autrice Serena Foglia. Lo acquistai subito, mia Mamma considera Serena ancora oggi, nonostante sia già in Cielo, la sua Madrina celestiale. Donna intelligente, arguta, profonda conoscitrice della Psicologia e vera pioniera della nostra Astrologia. Avevo pensato di farle una sorpresa, ed effettivamente lo è stata!

Arrivato il pacchetto misterioso (non per me, per lei) mi sono abilmente nascosta per aprirlo: sfoglio le prime pagine e leggo che quell’Almanacco era stato realizzato da Serena, con la collaborazione di mia Mamma. Me ne sarei accorta ugualmente, perché certe sue espressioni e modi di dire erano lì, sotto i miei occhi. Un esempio? “Non lodate troppo il bimbo appartenente a questo Segno, ne fareste un saputello!”

Tronfia e raggiante, ho consegnato il mio dono: mia Mamma non se lo ricordava, e tra me e me ho pensato a quando, con molta pazienza, avrei ricopiato tutti i contenuti dei 12 Segni Zodiacali, ricordando Serena e rendendo felice mia Mamma. Mentre questo film della piccola scrivana si formava nella mia testa, una voce conosciuta dice: “Elisabetta, ma ti sei accorta che manca un intero capitolo, quello dei Pesci”?

Come? Ritorno al presente, con verbo indicativo, scioccata.

Incredula prendo l’ex prezioso dono che era diventato già regalo-peloso cui mancava un pezzo e con raccapriccio mi accorgo che è così: il lettore o la lettrice dei Pesci, oppure un innamorato di un Pesci che voleva cancellare il dodicesimo Segno dal proprio panorama sentimentale e dallo Zodiaco, aveva strappato via – e pure malamente – tutto il capitolo. Affranta, già vedevo il mio sogno in frantumi.

E adesso cosa faccio? Mentre mia Mamma cerca di consolarmi, dicendomi che "non è grave" – sventolando la parte tagliata con una roncola, neppure con un bel coltellino, cosa che ad un Ariete non sarebbe mai capitata neppure per sbaglio – e che "lo riscrivo volentieri", rifletto. Controllo, magari ce n’è un altro in vendita (trattenendomi dallo scrivere al venditore, che magari è lui quello del ritaglio maledetto), ma niente da fare.

Poi, mi illumino: magari l’Almanacco era già uscito l’anno prima, o l’anno dopo. Controllo, ed eccolo lì, l’Almanacco 1983, che mi guardava speranzoso affinché io lo mettessi nel carrello, per venire a casa da noi. Clic, comprato, arrivato, con tutte le pagine al suo posto.

E, dato che i sogni vanno tirati fuori dal cassetto, inizio con pazienza a ricopiare i 12 Segni Zodiacali. Carattere minuscolo, devo tenere il librino aperto con la mano così non si rovina, e mi resta una mano sola per schiacciare i tasti. Penso, “Ma chi me lo fa fare?”, non lo so neppure io, ma lo so, lo so. Un bel ricordo di un’amicizia speciale, quella tra Serena Foglia e Grazia Mirti che risuona, ora come allora. Sembra di sentirle parlare, attraverso i loro scritti, quando ancora l’anno 2000 sembrava un miraggio. Scrive Serena: “Oggi che il revival astrologico è in piena fioritura, ci è sembrato interessante riprendere questa antica tradizione dell’Almanacco dandole un significato di curiosità e di gioco, ma anche di interesse per la cultura folkloristica e alternativa. In una parola, per quel fantastico che è altro e insieme diverso dalla realtà tecnologica di questa fine secolo che si avvia al Duemila”.

Il 2000 è passato, siamo a 25 anni dopo, che con quei 17 prima, dato che era il 1983, fanno 42: metà di un ciclo di Urano, momento giusto per ritornare al passato, con un racconto tenero e anche divertente del Segno dei Gemelli.
Buona lettura, tra presente, passato e futuro!
Elisabetta Mirti

Il Cancro, quarto Segno della sequenza zodiacale, corrisponde al segmento che va dal Grado 90 al Grado 120 del Cerchio Zodiacale. Quando colloquialmente si dice di essere Cancro, si intende che si è nati nel periodo in cui il Sole transita in questo segmento e cioè nel mese solare che va dalle ore 13 e 20 del 21 giugno alle ore 17 e 58 del 22 luglio.
In questo mese il Sole, dopo aver raggiunto il punto più alto della sua ascesa sopra l’Equatore (il 21 giugno si verifica infatti il Solstizio d’Estate e per tre giorni il Sole sembra sostare nella stessa posizione), comincia lentamente la sua discesa. Il ciclo vegetale è al suo culmine e per analogia esso corrisponde al compimento della gestazione, ma anche alla nascita, con il conseguente taglio del cordone ombelicale e la definitiva separazione del feto dalla madre. Abbiamo dunque due momenti complementari e opposti: quello della massima unione e quello del completo distacco, nonché il travaglio del passaggio dall’uno all’altro. Tra questi due poli, che assumono tutte le sfumature dell’umiltà e dell’orgoglio, della fragilità e della forza, della sicurezza e del rimpianto, ma che in ogni caso si riallacciano all’istinto, si articola la struttura psicologica dei nativi del Segno.

Essendo un Segno Cardinale (in quanto corrisponde al principio dell’estate), il Cancro contiene la potenzialità e i fermenti propri a ogni inizio. Fermenti riconfermati dall’Elemento cui il Cancro appartiene, cioè l’Acqua.
Il Cancro è infatti il primo Segno d’Acqua della sequenza zodiacale. Si tratta di un’acqua sorgiva, cristallina, trasparente, molto diversa da quella stagnante dello Scorpione, e da quella profonda e tumultuosa degli oceani che si collega simbolicamente al Segno dei Pesci.
Anche la sigla del Segno ha un preciso riferimento acquatico: essa è infatti rappresentata da un granchio crostaceo protetto da una rigida corazza, munito di chele, la cui andatura si svolge a ritroso più che in avanti. L’analogia con le caratteristiche psicologiche appare esplicita: come il guscio coriaceo serve a preservare il mollusco, così l’individuo Cancro è portato a difendersi contro tutto ciò che costituisce un pericolo per la sua sensibilità sempre all’erta. Le prensili chele, usate per afferrare la preda e trattenerla, rappresentano il desiderio di possesso che nel Cancro può giungere a vette tanto più pronunciate quanto maggiore è la sua insicurezza. Infine, l’andatura a ritroso del granchio si collega con la propensione che l’individuo Cancro ha per il passato, passato che, non contenendo le incognite del futuro, gli risulta rassicurante. Il geroglifico del Segno, formato da due cerchi muniti di code e disposti uno sopra l’altro in senso inverso, che rassomigliano a due molecole o a due spermatozoi ruotanti, sta ad indicare la fecondazione. Fecondazione da cui la gestazione ha inizio.

Maternità, sensibilità, istinto, trovano la loro corrispondenza analogica nella Luna che presiede al Segno e che, secondo la tradizione astrologica, ha la massima affinità con il Segno stesso. L’accostamento tra il Cancro e la Luna si perde nella notte dei tempi. La Luna rappresenta l’impalcatura dell’Io, si contrappone e completa quella razionale rappresentata dal Sole. I due Luminari indicano i principi fondamentali dell’essere: attività e passività, razionalità e intuizione, concentrazione e dispersione, e si riassumono emblematicamente nel Principio Maschile e in quello Femminile.
La Luna è dunque il simbolo del Principio Femminile e come tale è stata raffigurata nelle spoglie della madre archetipa: la Madre Terra. In Babilonia Ishtar era la dea della fertilità e regnava appunto sulla terra, mentre suo figlio Tammuz era il simbolo delle messi e dei raccolti. Racconta la leggenda che Tammuz, divenuto adulto (le messi mature), possedesse la madre, che si concedeva al suo amplesso, ma al Solstizio d’Estate (inizio del Segno del Cancro) lo precipitasse agli Inferi. Poi, pentita del suo gesto, scendeva anch’essa nel Regno delle Ombre, per liberarlo.

Durante questo viaggio la terra, privata del suo benefico influsso, diveniva arida, gli uomini e le bestie sterili. Solo al suo ritorno fertilità e amore potevano rinascere, e il ciclo riprendeva a compiersi.
In questa figurazione mitica l’allegoria è duplice: la discesa di Ishtar agli Inferi corrisponde alla Luna Nuova, quando cioè il buio della notte non è rischiarato dalla rassicurante luce dell’astro, mentre la Luna Piena è raffigurata dal ritorno di Ishtar sulla terra. L’accoppiamento tra madre e figlio indica invece il ritorno della parte al tutto, la necessità della terra di essere ricorrentemente fecondata per dare i suoi frutti. L’amplesso di Ishtar con Tammuz, primigenia versione del mito di Edipo, sottolinea la preminenza dei valori matriarcali. Non dal maschio, bensì dal figlio, la Grande Madre riceve il seme che la rende fertile. Essa è arbitra e giudice del destino del figlio, che possiede condanna e salva.

Il mito contiene l’archetipo femminile in tutta la sua drammatica potenza: la donna vi appare matrice e artefice della sopravvivenza. E’ colei che dando vita sconfigge la morte. Per estensione il Cancro, in cui la Luna Ishtar aveva il suo Domicilio, fu considerato nell’antichità come una delle Porte dello Zodiaco, quella da cui dovevano passare le anime per reincarnarsi.
Nascita e morte, amore e morte, morte e rinascita sono i poli dialettici su cui si articola la simbologia del Cancro. Essi comprendono anche l’incancellabile rimpianto del figlio, separato dal ventre materno, che aspira a ricongiungersi con esso. Da queste premesse si può capire come la tipologia del Cancro sia complessa e si colleghi all’Inconscio profondo. Ritorna qui il simbolo rappresentato dalla corazza del granchio, e si delinea quel conflitto tra reale e immaginario, tra possibile e sognato, in cui l’individuo Cancro tende a dibattersi. La sensibilità, con il suo corollario di componenti emotive, introverse, sentimentali, nostalgiche, si cristallizza nella passività di un Ego che rispecchia se stesso.

Come la Luna trova nell’acqua la superficie più adatta ad esaltare il chiarore dei suoi raggi, così il nativo del Cancro compensa in chiave narcisistica le pulsioni attivo-aggressive che gli fanno difetto. Non per nulla il mito di Narciso è stato collegato al Segno del Cancro, e non tanto per la vanità che esso simbolizza nella sua interpretazione più apparente, bensì in quanto archetipo dell’incapacità di amare il diverso. Quando Narciso si innamora della sua immagine riflessa, evita infatti la delusione o l’offesa che “gli altri” possono arrecargli.

Tenerissimo e allo stesso tempo permaloso, l’individuo Cancro è un apprensivo, sempre coinvolto dal sentimento. Disposto a sacrificarsi per il suo prossimo è tuttavia pronto a ribellarsi non appena abbia l’impressione di esser sottovalutato e preso non abbastanza sul serio. Quando è in difficoltà tende al vittimismo, a credere che i suoi dispiaceri e i suoi insuccessi derivino dall’altrui malevolenza. Tutto intendo ad auto compiangersi, si lascia a volte sfuggire quelle occasioni che lo aiuterebbero a risolvere i problemi che lo affliggono. Tendenzialmente pigro, preferisce la routine all’avventura. Per sentirsi a suo agio ha bisogno di essere amato, di appoggiarsi ad un nucleo familiare, nucleo che resta pur sempre il centro dei suoi riferimenti.

La Donna Cancro: le componenti lunari del Segno tendono ad esaltarsi nella donna Cancro. Fortemente emotiva, tendenzialmente passiva, pigra, sensuale, remissiva e allo stesso tempo capricciosa, la Cancro corrisponde all’immagine più conformista della donna. Tuttavia, è proprio l’accumulo di questi valori che provoca la divaricazione in due tipologie assai diverse.
Da una parte c’è, infatti, la cancerina iperfemminile, dolce, sognante con le sue doti di dedizione e di tenerezza, che si compiace del suo ruolo domestico anche se a volte ne diventa la vittima. L’esaltazione del sentimento può portarla a sacrifici sublimi ma anche a scatenare gelosie estreme e possessività laceranti. A questo tipo di donna si può chiedere tutto meno che oggettività e distacco. Perfettamente inserita nella società patriarcale, la contesta solo se e quando il suo uomo la tradisce. Il più delle volte riesce a realizzarsi tra le quattro mura di casa, ad essere una madre iperprotettiva e tenerissima, ad invecchiare con il culto del passato e della memoria.
Dall’altra parte c’è colei che si ribella alla sua natura, al suo istinto, al cordone ombelicale da cui si sente avvinta Sovente lo rompe anche di fatto, rifiutando la madre, l’ambiente natale, i legami con la famiglia. Diventa talvolta un’estremista portata a combattere il ruolo e il modello impersonato dall’altra Cancro. Tende a sfuggire i sentimenti e ne teme il coinvolgimento. Rincorre autonomia ed indipendenza più per polemica che per reale esigenza. La sua vita assume sovente aspetti instabili, conflittuali e contraddittori. Se sublima la sua rivolta può tuttavia raggiungere gli stati più alti del misticismo.

Il bambino Cancro: il bambino Cancro tende a cambiare d’umore a seconda dell’atmosfera che lo circonda. Dotato di particolari sensibilissime antenne, percepisce intuitivamente gli stati d’animo degli adulti. Tenerezza e calore sono per lui così importanti che, per esempio, se lo si allatta artificialmente si dovrebbe usare l’accorgimento di dargli la sensazione di essere in contatto con il seno materno. Le madri Cancro sono in questo senso madri ideali per il piccolissimo Cancro. Lo diventano meno a mano a mano che cresce, la loro apprensività può infatti accentuare quello stato emotivo che è il punto debole dei nativi del Segno.

Bisogna però distinguere tra maschi e femmine: il bambino Cancro è in genere meno vulnerabile delle bimbe che sono tendenzialmente portate ad una precoce drammatizzazione dei sentimenti. A queste ragazze bisognerebbe dare, fin dall’infanzia, la sensazione dell’autonomia e dell’indipendenza. La loro salute psichica dipende in gran parte da come hanno vissuto il rapporto con la famiglia.
Un altro punto da tenere presente nell’educazione del bambino Cancro è che, come l’animale della sigla, al minimo sentore di pericolo egli tende a difendersi e a rinchiudersi nel suo guscio. La suscettibilità, tallone d’Achille di molti Cancro adulti, trae sovente origine da esperienze infantili. Un padre Gemelli che, per esempio, usasse il sarcasmo o una madre Capricorno che applicasse un metro educativo troppo rigido potrebbero causare traumi e risentimenti. Per ovviare, bisognerebbe tener conto dell’insicurezza che sovente si annida nell’Inconscio del piccolo Cancro. Per sostenerlo sarebbe opportuno non spronarlo a competere con i compagni, soprattutto non esporlo al giudizio di coloro che potrebbero umiliarlo, né porgli delle mete e de modelli troppo impegnativi per le sue forze. Per aiutarlo si potrà per esempio insegnargli ad esprimersi con disinvoltura e con chiarezza, abituarlo a non lasciare a metà i giochi e le attività che intraprende.

Per quanto riguarda invece le variazioni d’umore, gli eventuali e probabili capricci, bisognerebbe trattarlo con mano ferma. Pianti e bizze sono inconsapevoli mezzi con cui il bambino tenta di monopolizzare l’attenzione, di procurarsi un amore esclusivo di cui essere il centro. Se si accorge che insistendo ottiene ciò che vuole, si faticherà a farlo smettere. Con lui la fermezza vale più delle punizioni drastiche. I castighi possono infatti scatenare un giro vizioso, per cui ad ogni castigo il bambino rincara la dose dei capricci. Infine, si dovrebbe non dar troppa importanza ai suoi momenti di malinconia, anche insegnandogli che la sua salute non è più cagionevole di quella degli altri, e abituarlo quindi a non drammatizzare piccole indisposizioni o sbucciature di ginocchia. La fiducia in se stesso e nei propri mezzi è per il Cancro la via maestra per raggiungere quell’equilibrio che a volte gli fa difetto.

Il Cancro e il rapporto con gli altri Segni Zodiacali in amore!

Cancro – Ariete: tanto il Cancro è tenero, affettuoso, pigro, volto al passato e ai legami familiari, tanto l’Ariete è impulsivo, incostante, attivo, intemperante. L’intesa può a volte crearsi in seguito a questa profonda diversità, ma difficilmente dura nel tempo, in quanto l’Ariete si sente soffocato dalla dedizione cancerina, mentre il Cancro, specie se donna, non accetta i potenziali tradimenti dell’Ariete.

Cancro – Toro: tra i nativi dei due Segni l’intesa è sovente armoniosa. Entrambi infatti sono casalinghi, tendenzialmente sedentari, affettuosi e golosi. Essendo però anche possessivi e gelosi per troppo amore, tendono ad urtarsi vicendevolmente. La testardaggine, sovente pronunciata in entrambi, complica la convivenza.

Cancro – Gemelli: sentimentalmente i nativi del Cancro e quelli dei Gemelli sono agli antipodi, il Gemelli infatti è incostante, frivolo, inquieto, mentre il Cancro si dedica all’amore con tutto se stesso. Anche le motivazioni sono diverse: razionali quelle dei Gemelli, intuitive quelle del cancro. L’incontro sembra difficile a meno che un Cancro, specie se donna, offra la sua tenerezza ad un Gemelli cui piaccia farsi coccolare.

Cancro – Cancro: negli incontri tra i nativi dello stesso Segno, quello tra due Cancro è tenero e tempestoso allo stesso tempo. Gli slanci, la gelosia, i litigi seguiti da tenerissime riappacificazioni sono il terreno su cui i due si scontrano. Il punto di rottura sta nella permalosità per cui ognuno tende a sentirsi vittima dell’altro, e sovente lo esprime con scatti di rabbia che si alternano a pentimenti.

Cancro – Leone: il Cancro, retto dalla Luna, rappresenta simbolicamente l’archetipo femminile, mentre il Leone, retto dal Sole, rappresenta quello maschile. La coppia ideale è quindi quella in cui l’uomo sia Leone e la donna Cancro. Si tratta, in questo caso, di un rapporto tipizzato al massimo grado, in cui la virile autorità leonina viene apprezzata dalla dedita affettività cancerina. Nel caso inverso l’incontro risulta difficoltoso.

Cancro – Vergine: al primo incontro i nativi dei due Segni sono portati a provare una reciproca antipatia. Il Vergine si sente infatti infastidito della ricorrente disorganizzazione cancerina, nonché da una affettività che gli appare eccessiva. Il Cancro, a sua volta, stenta a capire il Vergine che gli sembra pedante, pignolo, arido. Ove superino la diffidenza iniziale, i due possono creare un rapporto complementare in cui il senso pratico del Vergine giova al Cancro, mentre quest’ultimo può ampliare le strettoie della logica verginea.

Cancro – Bilancia: tra i nativi dei due Segni ci sono alcuni punti d’intesa, per esempio la pigrizia, la loquacità e una spiccata sensibilità a tutto ciò che è bello e gradevole. Il punto di rottura si cristallizza sovente nel rapporto con i terzi, essendo il Bilancia socievole e il Cancro molto meno. Le liti sono frequenti ma tendono a ricomporsi a letto, dove il Bilancia soggiace al tenero fascino del partner.

Cancro – Scorpione: i nativi del Cancro provano sovente un’iniziale attrazione per quelli dello Scorpione. Man mano che la conoscenza si approfondisce, i due, però, si accorgono di essere scarsamente congeniali. La prontezza mentale dello Scorpione, la sua maliziosa ironia, risultano al Cancro complesse e faticose. Il rapporto tende a funzionare quanto più il Cancro è disposto a lasciarsi plasmare.

Cancro – Sagittario: l’incontro tende ad essere più utile che appassionato. L’introversa timidezza del Cancro può infatti venir sollecitata dall’avventuroso attivismo sagittariano. Terreno comune d’intesa è una certa ingenuità, e il desiderio di rendersi utili al prossimo. Punto di rottura è invece la discontinuità sentimentale sagittariana che può suscitare nel Cancro lancinanti gelosie.

Cancro – Capricorno: i due Segni, opposti di 180 gradi nella sequenza zodiacale, lo sono anche nella tipologia psicologica. Ma poiché a volte gli opposti si attraggono, le possibilità di intesa sono maggiori di quanto si immagina. L’incontro si basa su un comune rispetto per la tradizione e per la famiglia. Le difficoltà nascono dal diverso modo di esprimere la carica affettiva, nel Cancro tenera ed esplicita, nel Capricorno più austera.

Cancro – Acquario: tra i nativi dei due Segni l’incontro sembra improbabile. Dinamico, anticonformista, originale, l’Acquario considera il Cancro sdolcinato e conservatore. Il Cancro, a sua volta, stenta a capire gli astratti slanci acquariani. Il rapporto tende ad infrangersi contro gli scogli di quella libertà cui l’Acquario non può rinunciare e che al Cancro risulta invece come incapacità d’amare.

Cancro – Pesci: tra il primo e l’ultimo Segno d’Acqua della sequenza zodiacale l’intesa è altrettanto fluida quanto l’elemento che li unisce. Sull’onda della sensibilità e dell’intuizione i due sono infatti complementari. Il Pesci tende tuttavia a stancarsi spesso e a fuggire. La convivenza, costellata da drammi e litigi può, nonostante tutto, reggere nel tempo.

Se amate un Cancro: siate tenere, possessive, anche gelose, sempre presenti. Non lesinategli la rassicurazione e nemmeno il conforto. Non elogiatelo troppo: la vanità è un suo probabile difetto. Siate pazienti: i suoi ritmi sono appassionati ma nello stesso tempo lenti. Per capirvi ha bisogno di tempo, evitategli le decisioni improvvise, le sorprese, le uscite inconsulte, che gli fanno lo stesso effetto di una mazzata in testa! Gli scatti d’umore sono invece ammessi, tanto più se sopportate i suoi serenamente. Infine, anche se siete la più passionale delle amanti, ricordatevi che lui vede in voi pur sempre un pezzetto di mamma.

Se amate una Cancro: quando la corteggiate non tralasciate nessuno dei gesti che fanno parte del repertorio romantico. Chiaro di luna, passeggiate serali, mazzi di fiori, parole dolcissime, persino retoriche, avranno sicuro effetto. Nella convivenza potete invece concedervi qualche capriccio: la Cancro tipica si adatterà ai vostri gusti e purché non esageriate, tenderà ad accontentarvi. Se invece vi capita di incontrare una Cancro ribelle, non fidatevi troppo, il suo sguardo sognante potrebbe ingannarvi. Sa quel che vuole e non desidera essere coinvolta. Ad ogni modo, qualsiasi sia il tipo cui la vostra Cancro appartenga, ricordate che il rivale che potrebbe sottrarvela saranno i figli che insieme avete avuto!

Se il vostro capo è un Cancro: sensibilissimo per quanto lo riguarda, il capo Cancro lo è molto meno nei confronti dei suoi dipendenti. Se siete in difficoltà, tenderà a compiangervi senza muovere tuttavia un dito per aiutarvi. Se avete commesso qualche errore non vi assalirà con male parole e con brusche reprimenda – è troppo cortese per farlo – ma potrebbe castigarvi con immusoniti silenzi e potrebbe mantenerli fintanto che non siete riusciti a risolvere il problema (o l’errore) per vostro conto. Nella routine sforzatevi di rassicurarli e, maggiormente, quanto qualche difficoltà lo affligge. Ve ne sarà grato perché l’insicurezza resta il suo punto debole, anche se a volte assume l’aspetto della cocciutaggine. In ogni caso e situazione astenetevi dal coinvolgerlo nelle grane e nei contrasti, non ve lo perdonerebbe. Siate precisi e puntuali, ricordate che in ogni capo Cancro c’è un po’ di Capricorno!

Le analogie del Cancro
Tra gli animali: granchio, gatto, medusa
Tra le piante: nocciolo, liane, canne, lichene, lattuga, cetriolo
Fiore: ninfea
Colore: verde acqua
Profumo: giunchiglia
Sapore: scipito
Metallo: argento
Pietra: giada
Numero: 2
Parti del corpo: petto, stomaco, costole

Un apologo mercuriano: il Cancro e la montagna
L’idea di scalare una montagna appare al Cancro un po’ folle e un tantino assurda. Perché mai dovrebbe sobbarcarsi tanta fatica, agli eventuali rischi dell’impresa quando può godersi lo stesso panorama comodamente seduto su una confortevole poltrona? Potrebbe valer la pena di salire sulla vetta, ma non a piedi, bensì in automobile, in funivia o con qualsiasi altro mezzo. Così sulla vetta, mentre ammira l’azzurro del cielo e il candore delle cime, si prepara a gustare le specialità gastronomiche del rifugio. Se qualche appassionato scalatore dovesse raccontargli le sue emozioni, il nostro Cancro lo ascolterebbe con interesse, restando però in cuor suo convinto che ci osa simili imprese non abbia tutti i venerdì a posto!