Monologo su Lilith
‘Ti domandi: chi sono io che ti accompagno come la tua ombra?
Io sono nera ma graziosa, o Figlio della Terra.
La gioia è mia sorella. Sono sorella della Morte.
Io sono la prima e sono l’ultima.
Io sono quella onorata e quella disprezzata.
Io sono la puttana e la santa.
Io sono la sostanza e l’effimero.
Io dormo sulla terra e ballo tra gli alberi.
Io giaccio nelle sabbie e volo tra le brezze.
Io cammino nel sole e bevo con le api.
Io canto con le pietre e faccio ciò che voglio.
Mi hai evocata con i tuoi desideri.
Ci sono cose che hai bisogno di sapere sull’Amore e sulla creazione.
Cosa posso sapere dell’Amore, ti chiedi?
Io seduco, io distruggo, io non ho cuore?
Quelle sono bugie. Bugie che si potrebbero dire di te.
Vivo nell’albero della vita, con il serpente nelle radici
E l’uccello splendente di luce nei suoi rami.
Perché mi temi, temi l’albero?
Ciò che è dentro di te è anche fuori di te.
E quello che vedi fuori è quello che c’è dentro di te.
Quanto è visibile la tua veste.
Quanto sono stupendi i tuoi piedi nelle scarpe, O Figlie della Luna!
Io sono selvaggia, come il vento! Si!
Il tuo ombelico è come un tondo calice colmo di vino.
Il tuo ventre è come un cumulo di grano suo crescono gigli.
Dormo nel deserto. Io vivo tra gli alberi.
Io bacio serpenti.
Si!'
Monologo scritto e recitato alle Nazioni Unite da M. Kelley Hunter, studiosa di Astrologia