Una scatola di latta tira l'altra...
Era una giornata qualunque di qualche anno fa.
“Ciao Mamma, non puoi immaginare cosa ho visto stamattina!”
Era Elisabetta che, con un entusiasmo incontenibile, probabilmente voleva raccontarmi “la novità del millennio!”
“E cosa hai visto?”
“La sciarpa più bella del mondo!”
“Accipicchia, e dove l’hai vista?”
“Al supermercato.”
Convinta che, dal suo racconto infarcito di espressioni gioiose ma anche volitive (“Quella sciarpa è nel mio destino, Mamma, me lo sento.”), fosse in vendita, le chiesi se era intenzionata a comprarla.
“No, perché l’ho vista addosso a un ragazzo.”
“Ma scusa, Elisabetta, non gli hai chiesto dove l’ha comprata?”
“Non ho osato, poi sai Mamma, vado lì tra le mele e i broccoli e gli chiedo della sua sciarpa? Mi sembrava fuori luogo. Glielo chiedo un’altra volta.”
Non era delusa, perché io, che la conosco, so che avrebbe fatto altri mille giretti nei giorni successivi, ipotizzando che l’uomo del mistero dalla sciarpa probabilmente non abitava lontano da casa nostra, e quindi era praticamente certa che ci sarebbe stata l’occasione.
Un racconto come un altro, che dopo poco tempo si sarebbe inserito in una cornice davvero particolare.
Questa sciarpa era bella, “Mamma un colore che non so descriverti, ma proprio da me, l’avrei scelta subito”. Nessuna descrizione aggiuntiva, “forse un po’ mattone ma anche vinaccia, ma forse anche un po’ rosso scuro scuro”, insomma indefinibile, solo “proprio da me”.
Passa il tempo, ogni tanto chiedevo scherzosamente notizie alla piccola investigatrice, che mi rispondeva sempre: “No, nessuna notizia, ma sono all’erta!”
Dopo un mese circa, sono io che telefono ad Elisabetta, per raccontarle la mia novità.
“Elisabetta, passa di qui, che c’è una bella sorpresa!”
“Arrivooooo”, pensando che ci sia un regalino pronto ad aspettarla.
Velocissima, si materializza dopo meno di un minuto, spalancando la porta del mio studio.
Si guarda intorno, c’eravamo io e una coppia, Matteo e Letizia.
Ci guarda e va diretta verso di lui: “La sciarpa! E’ la sciarpa che ho visto al supermercato! Sei tu l'uomo della sciarpa!!
Scusa, dove l’hai comprata?”
Loro due restano perplessi, intervengo spiegando il dilemma della sciarpa ed Elisabetta è stupita e dice: “Ma Mamma, come hai fatto a capire che era lui il proprietario della sciarpa e come è arrivato fin qui?”
“Ti ho chiamata perché lui è il tuo gemello astrale, anche se la sua Carta del Cielo ha una Domificazione (e un Destino) completamente diverso.”
Si mettono a chiacchierare, lei naturalmente dice che adesso capisce il motivo per cui le piaceva tanto quella sciarpetta, perché siccome erano praticamente gemelli separati alla nascita, entravano a buon diritto in un romanzo d’altri tempi in cui due fratelli si ritrovavano, complice una sciarpa al supermercato.
Sorridevo nel vederli, perché parlavano come si si fossero conosciuti da tempo, e la moglie di lui diceva: “Non uno, ma due adesso, ne ho!”.
Matteo e Letizia sono una coppia deliziosa: felici, innamorati, basta guardarli per capire la sintonia che si avverte stando loro vicini. Proseguendo nella chiacchiera Elisabetta si interrompe improvvisamente e dice: “Ma senti, anzi sentite, come mai siete malinconici?”
Silenzio. C’era una nota stonata in quel momento, si percepiva immediatamente.
Letizia ha una malattia, un intruso che si è insinuato dentro di lei, e stava in quel periodo affrontando una cura molto difficile, a tratti devastante. Io la conosco, astrologicamente, da diverso tempo, e come accade per i miei figli stellari, la incoraggio, la scuoto gentilmente quando occorre, la incito a resistere.
C'erano segni di miglioramento, ma la strada era in quel momento ancora lunga: chi ha vissuto questo calvario, direttamente o attraverso una persona che ama, lo sa bene.
E così, da quel giorno, i due fratelli trovatisi per caso, si incontrano per la strada, si incoraggiano, e abbiamo, Alfredo in prima fila, composto un bel quintetto. Tutti partecipi, solidali, ogni tanto loro due passano a farci un saluto, oppure ci incontriamo mentre "siamo impegnati a fare altre cose ma ci incrociamo", aspettiamo notizie con apprensione fingendoci disinvolti, insomma, sapete come vanno queste cose.
Il tempo è passato, anzi, sembrava non passare mai, con momenti bui e altri nuvolosi, e la scorsa settimana siamo stati invitati ad un evento speciale.
Ci eravamo ripromessi che, il giorno in cui Letizia fosse guarita, che avremmo festeggiato opportunamente. Senza sfarzo, naturalmente, ma avremmo ricordato quel momento in modo esemplare; non ce lo dicevamo tanto per dire, era un nostro punto di arrivo comune, e anche se ci sono stati inciampi, ritardi, rallentamenti, con ostinazione, ogni volta che ci salutavamo, ripetevamo la frase di rito: “Quando tutto sarà finito, lo ricorderemo in modo speciale.”
E così è stato.
Letizia ha superato tutte le tappe della cura, ha fatto una visita a distanza di un anno e veleggia verso la buona salute.
Ci siamo preparati con cura, per il nostro piccolo festeggiamento casalingo, e siamo entrati tutti in fibrillazione: “Cosa possiamo regalare dato che andremo da loro?”
Naturalmente non abbiamo fatto alcuna fatica per Matteo, perché Elisabetta ha immediatamente detto: “Ah, io lo so, ho qui una lista dato che è quello che comprerei per me, anzi, se volete comprare tutto doppio, saremo tutti più felici!”
La lista dei pensierini, previamente avallata da Alfredo, era tenera: non si trattava di oggetti preziosi in termini finanziari, ma affettuosi.
In pole position, naturalmente i torcetti, e poi un portapenne per Letizia con un orsetto, tutti beni definiti “di prima necessità” di cartoleria, compreso un righello.
E poi, biscotti in una scatola di latta.
E’ un pallino della nostra famiglia, conservare le scatole di latta: ne abbiamo di tutti i tipi, da quella rotonda della Doria, proseguendo con grandezze diverse, quadrate, rettangolari, a forma di pullman, casetta e via dicendo.
“E perché volete comprare i biscotti nella latta?”
“Perché una volta che li hanno mangiati la conserveranno, ci metteranno dentro bottoni oppure matite e gomme e tra tanto tempo si ricorderanno che quella scatola lì è arrivata per ricordare loro che è testimone della Guarigione. E magari la impresteranno a qualcun altro che ne ha bisogno creando una bella catena di affetto.”
Eccola qui, la nostra scatola di latta, che fa bella mostra di sé, poco prima di andare da Matteo e Letizia.
Come potete vedere, è su uno sfondo particolare: la mia cara Amica Maria, ha composto per noi uno Zodiaco meraviglioso, disegnato, dipinto e realizzato come Mosaico composto da piastrelle dipinte da lei, che allieta la nostra Casa da qualche tempo.
Una vera meraviglia, è proprio vero che gli Amici realizzano doni unici con cura e dedizione, ricordandoci sempre che vegliano su di noi!
E così, siamo partiti per andare incontro al nostro momento di gioia, con la scatola di latta tenera, luccicante nel suo cappottino rosso. Inutile dirvi che, appena arrivati, abbiamo constatato che a casa loro ce ne sono di tutti i tipi (“Te l’avevo detto, Mamma!”), e abbiamo sorriso di una consuetudine che è parte di tutte le famiglie, per custodire i ricordi.
Oggi è la festa della Mamma, e ho festeggiato in anticipo, qualche giorno fa, con due creature cui voglio bene come se fossero miei figli. Li sgrido, li incoraggio, sono partecipe di ciò che fanno, in una famiglia allargata che riunisce allievi del passato, figli di amici, tutti coloro che hanno la gentilezza di fare capolino nella nostra Casetta delle Stelle.
Questa mattina pensavo che è una Festa che dovrebbe essere allargata in modo esponenziale: tutti siamo genitori di creature che ai nostri occhi sono “i nostri bambini”, non importa l’età anagrafica, quanto il sentire di essere un punto di riferimento per loro ed esserci nei momenti che contano.
Abbiamo voluto fare il “piccolo festeggiamento” perché troppo spesso si rimanda: “Dai, poi lo faremo, dobbiamo davvero organizzare”, e quello stesso tempo che non vuole passare mai improvvisamente vola, e i buoni propositi, cadono un po’ nel dimenticatoio.
Non dimenticatevi, miei cari Amici, di ricordare che siete un po’ genitori di coloro che amate: li rassicurate, siete con loro sul ring quando combattono, pronti a sostenerli, aiutandoli a rialzarsi e ad esserci. In silenzio o con mille parole non ha importanza, voi ci siete e loro lo sanno.
Tutti meritiamo oggi di sentirci parte della Festa della Mamma o del Papà (non ho mai capito perché una sia a marzo e l’altra a maggio!), e quindi vi invio non un mazzolino di fiori stellati, ma una piccola scatola di latta inventata e fantasiosa, nella quale custodire i vostro sogni. Se regalerete, come fanno Alfredo ed Elisabetta, scatole di latta, ne riceverete altre, in un Cerchio che in fondo, è come la Ruota Zodiacale, in movimento costante grazie all’affetto e all’amore che diamo e riceviamo.
Salutini stellari da tutti i Mirti, con una annotazione da parte di Alfredo: dopo che avete mangiato i biscotti, non lavate assolutamente la scatola, perché altrimenti viene la ruggine!
“Scrivila Grazia, ci sono tanti neofiti e noi dobbiamo dare istruzioni precise”!
Detto fatto, e buona domenica!