‘Affrettatevi e godetevi le gioie della vita finchè avete vita, che senso ha preoccuparci di ciò che avverrà dopo la morte? ’ scriveva il leggendario Liezi.
In Cina la vita terrena è, ed è sempre stata, un bene supremo. La morte, temuta, è sporca ed impura, la sua irruzione necessita di rituali e di esorcismi che il taoismo provvede a garantire.

Di fronte all’ineluttabilità della morte i taoisti hanno moltiplicato i modi per proseguire la vita con tecniche spirituali e corporee, nonché con pratiche alchemiche. La ricerca di una lunga vita si basa si una concezione quasi materialista dell’universo in cui l’anima non è né unica né immortale, come per i giudeo-cristiani. Ogni uomo ha due tipi d’anima, hun e po, che al momento della morte si separano: po, associata allo Yin (il femminile, l’oscuro, il freddo), va nella terra mentre hun, corrispondente allo Yang (il maschile, il luminoso, il caldo), sale al cielo. Altre tradizioni declinano tale concezione enumerando fino a dieci anime, sette po e tre hun. Quale che sia il numero delle anime, il fine dei rituali è di fabbricare un corpo immortale che sostituisca il corpo vivente, per trattenere le anime. Il futuro corpo immortale può essere nutrito da varie tecniche, quali il controllo della respirazione, del qi, il soffio vitale. Controllare la sessualità è un’altra tecnica taoista che permette di accrescere la propria vitalità: si tratta di impadronirsi dell’energia emanata durante l’orgasmo del partner senza perdere la propria. I taoisti avevano anche sviluppato un’originale alchimia in cui la trasformazione del cinabro in oro doveva permettere di fabbricare un elisir di lunga vita. L’elisir le pesche, i funghi dell’immortalità sono altrettanti elementi presenti in tutti i miti cinesi, largamente diffusi fuori dall’ambito taoista. La ricerca dell’immortalità è accompagnata dalla credenza in essi favolosi, gli immortali. Se ne distinguono due tipi diversi, gli immortali terrestri che vivono sulle montagne sacre, su isole leggendarie o semplicemente tra gli uomini, e gli Otto immortali celesti, i più santi, divinità residenti tra le Stelle.

Guillaume Duprat, L’altro Mondo, Storia illustrata dell’aldilà, Editions du Seuil, Parigi, 2016

 

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