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Specchio 147.jpgAgli inizi, Astrologia e Astronomia sono una cosa sola.
Se i movimenti celesti vengono misurati, i cicli naturali corrispondenti sono percepiti come governati da analoghi principi. La rapida crescita della primavera fa da contrappunto alla decadenza dell’autunno; e il seme del frutto che sta marcendo contiene la vita per il ciclo dell’anno successivo. Queste osservazioni sono direttamente correlate alla posizione del Sole e, gradualmente, i simboli che compongono le costellazioni hanno cominciato a evolversi da motivi puramente mitologici in glifi raffiguranti il carattere di quel particolare periodo dell’anno.
Già all’epoca del nomadismo si era notato che i Pianeti si muovevano come cortigiani attorno al Sole e alla Luna compiendo moti irregolari, talvolta oltrepassandosi a gran velocità, talvolta rallentando e persino indietreggiando. I primi osservatori perciò hanno naturalmente prestato grande attenzione ai Pianeti, costruendo gradualmente non soltanto un’immagine dei loro ritmi tra le costellazioni, ma anche raccogliendo dati relativi alla loro posizione, luminosità e angolatura in relazione agli avvenimenti terrestri. Col tempo, viene loro conferito lo status di dei, con simboli archetipici che ne descrivono le prestazioni.
Nei tempi antichi, il simbolo rappresentava ciò che il linguaggio tecnologico moderno rappresenta per noi. Costituiva la sintesi, in parole o immagini, dei principi che sottostavano a un corpo di conoscenze.
Questo è reso evidente dal fatto che, in molti luoghi diversi, gli stessi concetti venivano associati a un singolo Pianeta e al suo dio planetario. Così, la dea babilonese Nana è riconoscibile nell’Astarte dei Fenici, nell’Ishtar degli Assiri e nell’Afrodite dei Greci.

Tutti questi archetipi, o associazioni di idee, si riferiscono al Pianeta Venere, che con la sua bellezza e le sue fluttuazioni, viene visto come femminile e giovane. Può sembrare una relazione superficiale, ma la legge degli archetipi, ovvero della risposta psicologica ad un identico principio universale, attribuisce a Venere un’immagine simile su tutta la terra.
Per avere un’idea del modo in cui si genera un simbolo è utile considerare i Pianeti visivamente. Il minuscolo punto di luce di Mercurio 089.jpgMercurio, descrive un rapido moto in un’orbita ristretta, un moto orbitale opposto al ritmo semestrale di Venere, più brillante ma più lento, che avanza e indietreggia come le onde del mare. Marte, la rossa brace di un Pianeta dal ciclo biennale, divampa periodicamente maestoso quando improvvisamente si avvicina e si allontana dalla Terra. Giove, d’altra parte, muove enorme e brillante a passi misurati lungo lo Zodiaco, mentre Saturno, il più distante dei Pianeti visibili, è il viaggiatore più lento, la sua lontana lanterna, opaca rispetto agli altri, percorre faticosamente nei cielo la sua orbita trentennale. Queste caratteristiche hanno dato origine a una complessa serie di archetipi noti come divinità planetarie, i cui principi cosmici operano sia nel mondo dei cieli, sia nel mondo dell’uomo.
Mercurio, che i Greci chiamavano Ermes, è la personificazione della mente versatile, dell’ingegno acuto, della comunicazione e della parola. Visto nel sembiante di un giovane irrequieto, che prende e lascia cadere qualunque cosa appaia al suo orizzonte, è considerato il principio che sta dietro ai sensi. Messaggero degli dei, li informa di ciò che succede nel mondo e convoglia le loro reazioni. Perennemente in moto, egli continua a prendere e lasciare, ricordare e dimenticare, passando attraverso storie d’amore leggere e incessanti. E’ la descrizione simbolica della parte mercuriale dell’uomo. Vicino al Sole, è come un camaleonte, che raccoglie tutto ciò che in quel momento lo interessa. Dio della curiosità, porta il caduceo, una verga che rappresenta tutte le possibilità di informazione, dalla magia alla statistica. Gli è conferito il governo dei viaggi, del commercio, della comunicazione, della conoscenza in generale, del virtuosismo e della scaltrezza. Patrono sia dei ladri sia degli uomini d’affari, egli fa propria la morale di coloro che via via gli capitano intorno, Pianeti o persone che siano. Meno preoccupato delle conseguenze che dell’eccitazione del momento, è il brillante messaggero dell’astuzia e dell’irresponsabilità.
Venere 089.pngL’immagine archetipica di Venere è quella di una giovane donna nuda e potente. Posta tra le dee della natura, il suo principio è il potere dell’istinto, dell’attrazione e della repulsione, espresse nel ciclo incessante delle stazioni. In primavera e in estate ella indossa foglie e fiori, che mette da parte in autunno e in inverno. Riunisce le bestie perché lottino e si accoppino in momentanea passione. Tra gli uomini, non è tanto la dea dell’amore quanto della sensualità e del piacere. I giovani e le fanciulle la pregano. Se Mercurio è il dio dell’infanzia, Venere la divinità dell’adolescenza, con tutti i suoi desideri e odi appassionati. Il buon cibo, la comodità e il piacere costituiscono il suo ‘mestiere’; aborrisce la privazione e la bruttezza. I suoi doni per coloro che sono in grado di controllare la propria parte venusiana, sono i poteri della bellezza, dell’arte e dell’armonia. Nell’Olimpo è considerata con cautela. Quando si annoia diventa violenta, indolente e autocondiscendente ed esibisce le caratteristiche tipiche degli spiriti creativi dotati ma capricciosi, e delle cortigiane. Considerata in Astrologia come la ‘meno benigna’, rappresenta la fortuna mutevole.
Marte 089.jpgA Marte viene di solito attribuito il ruolo di dio della guerra. Anche se vero, questo può essere fuorviante, in quanto è spesso Venere a provocare la battaglia che Marte, guerriero disciplinato, deve portare a termine. Passionale come spesso viene dipinto, non sarebbe stato un buon soldato. E’ piccolo di statura, originariamente raffigurato come un essere oscuro e potente, armato di spada e scudo, pronto all’azione. Qui, dobbiamo imparare a leggere il significato del simbolo. Il potere, la bassa statura e il colorito scuro indicano il dinamismo in uno stato controllato e passivo, come una molla pronta a scattare. Lo scudo serve a resistere, la spada a proteggere. La difesa rappresenta la sola giustificazione reale per l’esistenza di un soldato. Il fallimento di Marte nella guerra contro la dea della saggezza indica che, ogni tanto, egli confondeva il suo ruolo. Considerato in Astrologia come il ‘meno maligno’, possiede, come tutti gli altri Pianeti, un aspetto positivo e uno negativo. Nell’uomo rappresenta il giudizio e la disciplina. Il suo dono è il coraggio, ma soltanto per una giusta causa. Nell’Oroscopo la cattiva posizione di Marte indica eccesso o mancanza di controllo. I Romani adottarono Marte come loro patrono, e il sorgere e la caduta del loro Impero illustra il modo di operare del principio marziale. Quando Roma cessò di mantenere le proprie leggi, si fece strada la corruzione, seguita dalla crudeltà e da tutte le qualità negative di Marte. Nella vita dell’individuo, corrisponde alla piena giovinezza.
Giove 089.jpgGiove, il più grande e maestoso dei Pianeti, è il dio Ammon degli Egiziani e lo Zeus dei Greci. La sua luce potente e la magnificenza leggendaria ne fanno il re degli dei e il ‘più benigno’ per gli uomini. Questa immagine generosa mostra qualche pecca, la sua grandezza può infatti essere distruttiva e il suo splendore eccessivo è causa di rovina e di morte per le sue amanti terrene. Dipinto di solito come figura di maturo potere, Giove, talvolta, scaglia fulmini che non sempre colpiscono l’obiettivo prefissato. Quindi, anche se la sua influenza è benefica, non è sempre consigliabile attirare la sua attenzione. Qui, ancora una volta, appaiono gli aspetti negativi e positivi di un dio. Inoltre, pur se considerato il signore dell’Olimpo, Giove non è in grado di controllare sua moglie. Questo mito suggerisce che neppure la sua maestà è onnipotente, e questo è un concetto fondamentale là dove tutti i Pianeti vengono considerati nei loro rapporti reciproci: nessun dio può cioè dominare, anche se ogni dio, ogni dea, può avere il suo momento di gloria. In Astrologia, Giove è considerato un importante fattore nel processo di crescita di una nazione o di un uomo. Il suo potere dà all’uomo il coraggio, il desiderio di ricchezza e di dominio. Al suo meglio, Giove è magnanimità e sviluppo; al peggio, condiscendenza ed eccessiva dispersione. Negli uomini rappresenta l’emozione profonda, la misericordia e la carità. La sua età è la maturità.
Saturno 089.jpgSaturno o Cronos è il dio del tempo. Al suo moto lento ben si addice l’immagine di un vecchio. Personifica il tempo, la rigidità e la gravità. In Astrologia, questo gli attribuisce il ruolo di ‘più maligno’. Per il saggio, è il dio della comprensione e dell’esperienza, la sua falce non rappresenta soltanto ciò che miete le vite umane, ma anche la liberazione da tutto ciò che è vecchio e inutile. Poiché è il meno erratico dei corpi celesti, gli viene attribuita costanza e capacità di vedere lontano. Essendo infatti il più vecchio degli dei, ha visto molte volte tutti i cicli. In origine re del sistema solare, Giove lo ha bandito alla corte esterna, dove trascina i suoi anelli attraverso i cieli. Per alcuni è un re tetro, per altri il grande maestro. Il suo insegnamento è duro ma giusto. La vecchiaia, età associata a Saturno, può infatti essere periodo di riflessione e non necessariamente di infelicità. Mentore delle nazioni e degli individui, la sua influenza viene avvertita nei periodi di ristrettezze. Nel suo aspetto positivo, è considerato il preservatore dei costumi che tengono unità la comunità nei momenti difficili. La resistenza e il duro lavoro sono le virtù, e sotto questo aspetto è considerato il patrono degli Ebrei, che posseggono tutte le qualità saturnine del lavoro, del rispetto della legge, della capacità di sopportare le sofferenza e dell’amore per la tradizione. Come dio del tempo, una buona posizione di Saturno nell’oroscopo garantisce una lunga vita. In termini psicologici, rappresenta l’intelletto riflessivo, e per questa ragione è qualche volta chiamato ‘il Guardiano’ o ‘la Soglia. ’
Il Sole e la Luna vengono considerati in modo diverso dagli altri Pianeti. Divinità della luce, possiedono il dominio dei regni del giorno e della notte; il loro rapporto echeggia quello del maschio e della femmina nel mondo naturale, e, nel mondo soprannaturale, i principi cosmici attivo e passivo. Talvolta in conflitto e talvolta complementari, il modello del loro matrimonio celeste è di grande importanza per il genere umano, e una mitologia vasta e antica ha creato su di essi un’elaborata coppia di archetipi.
Il Sole, brillante divinità del giorno, ha molte facce. Per alcuni rappresenta l’occhio igneo di Dio; per altri un carro fiammeggiante p un’alata sfera di incandescenza. Al tempo dei Greci le sue molte forme e i suoi molti nomi si erano unificati nell’archetipo di Apollo, il giovane dorato il cui sguardo accecante poteva essere affrontato solo dagli uomini onesti. Qualche volta portava un arco e un lira, ed era il simbolo della luce e della verità; la sua intuizione divina penetrava gli angoli più oscuri del mondo e dell’uomo. Di aspetto bello ma terribile, Apollo rappresentava il cuore dei cuori degli uomini, il centro splendente del sistema solare umano interiore, il sole spirituale dell’uomo. Ecco perché, in Astrologia, la posizione del Sole è di primaria importanza. Di tutti gli dei, Apollo è forse il meno compreso, così come è poco compreso il rapporto di un uomo con se stesso. Molti individui non sono infatti in grado di affrontare l’Apollo dentro di sé, non possono sopportare la verità sulla propria esistenza. Un esame di questo tipo richiede integrità e grande coraggio nel vivere il proprio destino. Molti preferiscono vivere con le illusioni della Luna, il pallido riflesso della cosa reale. Apollo è il dio della divinazione, del momento accecante di verità che può mutare il corso di un’esistenza. Come dio – Sole fa maturare i frutti del grano ma, se provocato, può bruciare; questa stessa capacità può risanare. L’orgoglio è il suo maggior difetto, perché, per quanto sia il dio della profezia, la verità può essere qualche volta usata in modo scorretto. Come signore della lira, Apollo suona la musica divina, che viene quotidianamente percepita nelle emanazioni del Sole. La sua età corrisponde al pieno rigoglio dell’uomo.
SoleLuna 056.jpgLa Luna è ricca di aspetti mitologici. In molte società antiche assume il ruolo di consorte del Sole, pur essendole riconosciuto un pari potere nella passività che le è propria. Le viene attribuita un’influenza principalmente notturna con un ritmo mensile; la sua crescita e il suo impallidire evocano la cadenza della crescita nelle piante e nel movimento degli animali. Quanto agli uomini, il suo potere riguarda i sogni, la magia, la follia e l’amore. Ha una influenza sulle donne, operando attraverso il loro ciclo mestruale. Dea della nascita e della morte, è considerata più ricettiva che iniziatrice; il suo moto veloce funge da contrappeso, come un pendolo di flusso e riflusso che muove i mari e la natura con un ritmo dolce ma potente. Nel sistema solare interiore degli archetipi psicologici dell’uomo, il principio lunare rappresenta la riflessione grazie alla quale vediamo noi stessi e il mondo esterno. Qui troviamo l’Io, la mente comune, come opposto al Sé interiore del Sole della nostra natura. Dea del sesso e della fantasia, Luna, Diana, Artemide e Selene, i molteplici aspetti del principio lunare governano la vita della maggior parte degli individui in un modello ritmico di illusioni e spinte cicliche. La mitologia ci racconta l’amore della Luna per Endimione, o genere umano, il pastore della natura. Ma non potendo possederlo se non quando egli dormiva, decisa di incantarlo per poter godere della sua compagnia tanti di giorno quanto nei sogni notturni. Come Ecate, dea delle arti magiche, ha il potere di mantenere nella prigione dell’Io, con le sue illusioni su se stesso. A causa di ciò, la Luna non attira soltanto i mari, ma anche le masse dell’umanità in flussi di lavoro e gioco, pace e guerra, e in tutti quei ritmi meccanici che legano gli uomini al livello dell’esistenza vegetale e animale. Quando Diana scoprì il mortale Atteone che la osservava nella sua nudità, gli scagliò contro i suoi cani. Nessuna incantatrice desidera esporsi. Per questa ragione la dea della Luna è amata e temuta. Alla Luna corrisponde la prima infanzia.

Warren Kenton, Astrologia, Lo Specchio del Cielo, Red Edizioni