Giove e la Scienza delle Celesti Virtù!

Monsignore,
sono due i motivi che mi hanno spinto a dedicarvi quest’Opera, apparentemente di modesta consistenza, ma di notevole contenuto dottrinale, trattandosi – sia in teoria che in pratica – di un Compendio di Astrologia, materia che, tra le scienze naturali, viene considerata la più elevata e divina.
Le mie parole sono ben poca cosa per elogiare le vostri grandi qualità e renderne edotto il pubblico: il silenzio le mette più in evidenza.

Nato a Grenoble, città famosa per aver dato i natali a personalità che hanno occupato un posto di prestigio a Corte, avete goduto della particolare eloquenza di Giove, il più felice e benefico dei Pianeti, che vi ha accompagnato nell’ascesa del vostro successo gratificandovi dei suoi doni: bontà, giustizia, pietà, umanità, affabilità, cortesia, saggezza, prudenza, generosità nonché di quelle altre doti di cui avete fatto largo uso a corte nell’espletamento delle più importanti mansioni ufficiali, in veste di primo Confidente di Sua Eminenza il Cardinale Martino, svolgendo tale incarico con piena soddisfazione e della Francia e degli stranieri, evitando sempre di farvi coinvolgere dall’invidia e dall’odio, fatto molto raro di questi tempi. Giove, se non si fosse trovato esattamente all’Ascendente nel segno del Leone, non poteva da solo essere così potente da gratificarvi con tanta larghezza. L’aiuto gli veniva dal quadrato esatto di Mercurio (Signore della Decima Casa) e dal trigono quasi esatto della Luna, collocata nei domicilii di Marte, a sua volta congiunto al Sole signore dell’Ascendente e di Giove al sestile quasi esatto di Giove.

Oltre ad un temperamento vivace e alla predisposizione per gli affari di Stato, questa configurazione vi ha procurato un forte interesse per le scienze ed in particolare per l’Astrologia, tant’è che pur avendo io sempre evitato e disprezzato il giudizio dei dilettanti, accetto di buon grado il parere che vorrete dare sull’opera mia.
Il secondo motivo che mi ha portato ad interessarmi a questo lavoro è dovuto alla riconoscenza che nutro nei vostri confronti per aver appoggiato la mia richiesta al Consiglio di Stato nel 1645 al fine di farmi ottenere una ricompensa per la mia invenzione relativa alle longitudini: e non passerà giorno della mia vita senza che vi esterni i sensi della mia gratitudine. Devo alla vostra bontà, e non certo a personale merito se la mia opera è stata da voi sostenuta con tanto impegno e riconosco che i favori ottenuti in precedenza sono ben poca cosa di fronte a quelli attuali.
Mi rammarico di non poter fare nulla per voi che occupate un posto così importante nel gran mondo e non vorrei che, per questo motivo, mi consideraste un ingrato: dovrei tessere di continuo pubblicamente i vostri elogi dichiarandovi la mia sincera devozione e sarei veramente lieto se me ne presentaste l’occasione.
Permettetemi dunque Monsignore di iniziare qui. Vi giungano i ringraziamenti eterni da parte dei cultori della scienza delle celesti virtù in quanto è grazie alla vostra considerazione, stima ed appoggio che l’Astrologia Gallica, attesa da tempi in tutta l’Europa, vede la luce; se avrà la fortuna di incontrare un mecenate degno di essa che si occupi della sua divulgazione, si potrà paragonare l’avvenimento al levarsi del Sole dopo l’aurora.
Mi creda, Monsignore, per tutta la vita, il suo umile servitore, obbediente e affezionato,

Jean – Baptiste Morin

Lettera a Monsignor Ugo di Lionne, Marchese di Berni, Signore di Fresne, Consigliere Ordinario del Re; Commendatore, Magistrato, Gran Maestro delle Cerimonie degli Ordini di Sua Maestà.