Un altro Natale insieme!

Miei cari Amici delle Stelle,
un altro Natale insieme, ci siamo quasi!
Oggi ho trascorso una giornata nella normale tranquillità torinese: questa mattina sono andata con Elisabetta a fare una passeggiata in Piazza Statuto e in Via Garibaldi, era relativamente presto e la nostra bella Torino sonnecchiava ancora.

Mentre camminavamo pensavo a quanto amo la mia città, che sembra talvolta inquadrata (di nome e di fatto), ma sa restituire - sempre con rigore sabaudo, come si dice dalle nostre parti - con un buffetto, chi la ama.
La temperatura era mite, fatto straordinario, e per tornare a casa abbiamo preso il tram!

Quando i miei figli erano piccoli, mio papà li accompagnava, in occasione del Natale, a vedere due meraviglie: la prima era il presepio di Via Po, con le statue a grandezza naturale, che i piccini di casa vedevano come giganti, e con la chiesa addobbata con quella carta curiosa che era lucida, in blu, con le stelle. Ne avremo usati chilometri di quel materiale un po' appiccicoso, che oggi forse non esiste neanche più, nel tentativo di replicare quel presepio, con esiti un po' incerti, ma sempre divertendoci molto!

La seconda meta era il deposito dei tram, meglio noto come "il luogo dove i tram vanno a dormire". Tutti in fila, arancioni, verdi, con i loro occhietti, i fanali, che erano pronti a partire, con il suono della campanella che per noi di Torino è davvero un segnale di vita e gioia!

E così siamo ritornate a casa, e come sempre accade in queste giornate tranquille, abbiamo aperto cassetti, scatole di latta, guardato nei ricordi. E cosa spunta fuori?

Il biglietto che vedete qui sotto: correva l'anno 1971, mio figlio Stefano era ancora figlio unico, e da buon Leone amava andare all'asilo. Si divertiva con gli altri bimbi, e ogni giorno era una vera scoperta, tra lavoretti e manufatti che portava a casa con grande orgoglio. La sua passione erano i Lego, ne ha anche ingoiato qualche mattoncino, con mio raccapriccio e preoccupazione, ma amava molto confezionare i regalini per noi.

E così, in quel Natale 1971, in un'epoca in cui il presepio e l'albero di Natale nelle scuole di ogni ordine e grado non erano considerati insulti per nessuno, ma una forma di socialità tra bimbi, tornò a casa con un cartoncino che aveva realizzato. Con l'aiuto della maestra, naturalmente, dato che ancora non sapeva scrivere e le ali dell'angelo da ritagliare erano stati una vera sfida, come ci raccontò con parole sue.

Mi sono intenerita nel ritrovarlo, custodito a distanza di decenni, ancora con lo spago rosso e il bigliettino pinzato.

E' passato moltissimo tempo, eppure noi genitori vediamo i nostri figli ancora come allora, ricordando loro di non prendere freddo, di riposare, preparando quando capita l'occasione i loro piatti preferiti. Forse è un'illusione, per fermare il tempo che corre veloce, eppure certi sguardi, certi modi di fare, sono esattamente quelli di allora. Buffi, teneri, a volte imbronciati!

Con questo biglietto del tempo che fu desidero fare a tutti voi i miei auguri di Buon Natale: essere con voi ogni giorno, con pensieri di bene e di affetto, è un vero balsamo per l'anima.
E, quando ci capita di trovare cimeli e reperti archeologici del passato, tra la modernità che ha molti pregi ma cancella momenti, foto, ricordi virtuali velocemente come una mail spedita in pochi secondi, penso sempre che i ricordi sono come i sogni: intoccabili, emozionanti, capaci di farci passare tra passato, presente e futuro, senza neppure spostarci di un centimetro.
Vi abbraccio, con angioletti assortiti e rametti di vischio colorati,
Grazia Mirti