Leggende celestiali!

Leggende e precisi documenti storici si intersecano nella storia romanzata dell’Astrologia antica. Alcuni risalgono all’arcaica denominazione delle costellazioni.
Racconta Igino nei suoi Astronomica che Tolomeo aveva preso per sposa sua sorella Berenice. Poco dopo partì per la guerra, e la sposa promise a Venere che se il suo amato fosse tornato sano e salvo avrebbe sacrificato alla dea i lunghi e bellissimi capelli che costituivano tutto il suo orgoglio. Il voto ottenne il favore del Cielo, Tolomeo tornò e Berenice si sottopose al taglio della capigliatura, che fu deposta sull’altare del tempio. Il mattino dopo era sparita, rubata durante la notte. Ci si chiedeva come comunicarle la brutta notizia, quando il matematico-astrologo di corte, Conone, ebbe una idea brillante. Raccontò alla sovrana che gli dei avevano giudicato quei capelli così belli da volerli collocare in cielo. Da allora le tre stelle poste accanto alla costellazione della Vergine presero il nome di Chioma di Berenice. Si racconta poi che la madre di Alessandro Magno fosse giunta alla fine della gravidanza, ormai in preda alle doglie del parto. Chiese consiglio agli astrologi, circa l’ora più fortunata per il figlio che portava in grembo.
Essi risposero: ’Se lo vuoi longevo ma presto dimenticato partoriscilo subito, ora, che è l’alba. Ma se lo vuoi glorioso, di breve vita ma indimenticato per tutta l’eternità, attendi mezzogiorno, che è l’ora dei re. ’ Ella seppe contenersi e diede alla luce il celebre figlio: sulla sua tomba oggi gli archeologi si accapigliano con passione. Il mezzogiorno era considerato l’ora migliore per una nascita propizia in quanto il Sole era alto sull’Orizzonte, congiunto al Medium Coeli, sicuro indicatore di successo. Anche la madre di Nerone sottopose il figlio appena nato all’analisi astrologica. Il responso è celebre: ’ Sarà imperatore, ma ucciderà sua madre…’ per la gioia della prima notizia ella fu indifferente alla seconda. Bei quesiti sull’Astrologia posero i dubbiosi Cicerone e Sant’Agostino. Il primo si chiedeva: ‘Ma allora tutti coloro che perirono nella battaglia di Canne avevano lo stesso oroscopo? ’. Il secondo ipotizzò due bambini, nati nello stesso giorno, mese, anno, e alla stessa ora. Essendo il primo figlio di nobili e il secondo di schiavi, come potevano avere lo stesso destino?
Ma si può essere schiavi nella ricchezza e liberi nella povertà, come forse è sempre stato nella vita dell’uomo. Molti secoli più tardi Johannes Keplero a chi lo rimproverava per gli oroscopi che eseguiva per sbarcare il suo parco lunario, rispose: ’Che importa se la madre si prostituisce perché la figlia cresca onesta? ’ Individuando nella prima la Chiacchierata Astrologia e nella seconda la giovinetta e illibata Astronomia. A proposito di sir Isaac Newton si racconta che un giorno egli fu rimproverato da sir Edmund Halley a causa dei suoi interessi astrologici. ‘Signore, io l’ho studiata, voi no’, rispose il risanatore della Zecca inglese. Più tardi, quando sentiva ormai avvicinarsi il momento della morte chiamò al suo capezzale l’astronomo reale, Flamsteed, perché gli portasse le Effemeridi, cioè le Tavole delle posizioni della Luna. ‘Voglio darle – dichiarò – un’ultima toccatina’, manifestando un romanticismo stellare che oggi ben difficilmente alberga nel cuore di scienziati e astronomi.