Le miracolose erbe di San Giovanni!

 

Accanto alle erbe ‘cacciastreghe’ si possono cogliere quelle miracolose che San Giovanni offre nella sua notte: se ne annoverano per tutti i desideri. Anzitutto ci sono le erbe d’amore: per vincere la resistenza di una donna ritrosa si lancia verso di lei una polvere composta di foglie secche di maggiorana, valeriana, salvia e verbena, raccolta il 24 prima dell’alba e ancora stillanti di rugiada. Quando invece si vuole sapere se un amore è corrisposto, si bruciacchia un cardo in piena fioritura raccolto alla vigilia e lo si espone durante la notte in un bicchiere d’acqua sul davanzale della finestra. Se si ravviva, l’amore è corrisposto. Per conoscere l’iniziale del futuro sposo si mettono a galleggiare in una bacinella d’acqua fiori d’ulivo che disegneranno la lettera agognata. Rischiosissima è invece un’altra divinazione: la fanciulla getta nella notte un garofano per la vita; e la prima persona che, dopo l’alba, lo calpesta, svela la famiglia dello sposo. Se invece la fanciulla esita tra più pretendenti, può mettere in una bacinella d’acqua, dove si siano mescolati sandalo, rosmarino e malvarosa, i bigliettini con i loro nomi e osservare quale si apre.
Vi è poi un’erba che dona ai suoi fortunati scopritori non soltanto saggezza, ma addirittura la capacità di leggere passato e futuro; e permette solo persino di rendersi invisibili: è un misterioso fiore di felce che appare solo un istante a mezzanotte in punto. Per coglierlo ci si deve recare in un bosco e sedere accanto a una felce tracciando con un coltello un cerchio intorno ad essa e un altro intorno a sé. Si dice che il fiore sbocci raramente tant’è vero che vi è chi, dopo un cinquantennio di pazienti postazioni, non ha ancora visto nulla. Ma a rari fortunato è offerto uno spettacolo meraviglioso perché il fiore si dischiude illuminando di una luce intensa tutto ciò che lo circonda. Proprio in quel momento il Demonio chiama l’osservatore con la voce di un suo parente. Chi guarda, a quel punto, non deve volgere il capo, ma continuare a fissare la pianta: soltanto così conquisterà il magico fiore ottenendo i suoi doni.
Le più ricercate sono tuttavia le erbe della buona salute colte nella notte di San Giovanni, come la salvia e tutte le mente, che ricevono virtù miracolose dalla rugiada non diversamente dall’alloro giovanneo, capace di combattere l’influenza e il mal di pancia dei bambini, e dal prezzemolo che assicurerà una folta capigliatura.
La notte del 23 si prepara infine l’acqua di San Giovanni, esponendo alla benedizione del santo una bacinella colma d’acqua e di fiori che variano da zona a zona; di rigore sono la spighetta di San Giovanni, la ruta, il rosmarino e il fiore di San Giovanni.
Alla notte di mezza estate è collegato anche un albero dai cui frutti si ricava un liquore tipico della val Padana: il nocino. Secondo la tradizione le donne devono staccare le noci per il liquore quando la drupa è ancora verde, nella notte di San Giovanni: con una calce o una lama di legno, mai di metallo. L’infusione darà un liquore considerato una panacea.

Alfredo Cattabiani, Lunario, Arnoldo Mondadori Editore