Un biglietto gratis per la Luna!

‘Tutte le fasi del volo sono state spettacolari. La vista dall’oblò, la Terra che si allontana e affonda in un cielo nero, non si può dimenticare. L’avvicinamento alla Luna fu uno spettacolo meraviglioso. Eravamo a circa 20 mila chilometri quando siano entrati nell’ombra della Luna, e il Sole ne è stato eclissato. Del Sole vedevamo soltanto la corona, e la Luna a sua volta era illuminata dalla luce riflessa della Terra, che è molto più forte di quella lunare, ed è azzurra. Fu straordinario vedere le montagne e i crateri lunari illuminati dalla luce della Terra. La discesa finale è stata indubbiamente la fase più pericolosa. Operavamo ai limiti di sicurezza, le apparecchiature venivano messe alla prova per la prima volta, c’erano molte incognite. Per un pilota l’avvicinamento e l’atterraggio sono la vera sfida: ai piloti piace sempre fare un atterraggio dolce, specialmente sulla Luna… C’erano molti strumenti e comandi da manovrare. Oltre al motore per la discesa, un razzo che si regolava con una manetta per dosare al meglio la spinta, avevamo per esempio un radar per misurare la distanza dal suolo lunare, perché lassù non c’è aria, e non si può usare l’altimetro, né un anemometro per misurare la velocità. Sono state quindi utilizzate nuove tecniche elettroniche, e questi erano tutti apparecchi che comportavano degli interrogativi circa il loro funzionamento soddisfacente. Tutto ha funzionato quasi perfettamente.

Carta del Cielo di Neil Amstrong, nato il 5 Agosto 1930 alle ore 00 e 31 a Washington (Ohio - Usa)

Voglio dire che niente ha funzionato alla perfezione, ma tutto è andato abbastanza bene da permetterci di atterrare. Il computer ci ha dato problemi. Negli ultimi istanti ha lanciato molti allarmi perché sovraccarico di informazioni provenienti dai due radar, quello di atterraggio e quello che teneva d’occhio il modulo di comando in orbita lunare. Quindi non sapevamo come valutare le indicazioni del computer, se credere o no ai suoi allarmi. ’

Che cosa ha pensato nell’istante in cui ha impresso l’orma del suo piede sulla Luna?
‘Noi abbiamo raggiunto il nostro obiettivo primario nel momento in cui siamo atterrati nel Mare della Tranquillità. Camminare sulla Luna era meno importante. ’

Le impressioni del rientro?
‘Abbiamo guardato dall’oblò regioni lunari che non si possono vedere dalla Terra. L’altra faccia della Luna è sorprendentemente diversa. Non ci sono grandi mari, quelle macchie scure che si vedono sull’emisfero rivolto verso la Terra: è un emisfero montagnoso, crivellato di crateri. ’

Tornerebbe sulla Luna?
‘Si, in qualsiasi momento mi offrano un biglietto gratis! ’.

Piero Bianucci, La Luna, Neil Amstrong Vent’anni dopo, Giunti Editore