Il linguaggio del Destino!
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- Pubblicato Giovedì, 11 Febbraio 2016 00:00
'Il Destino conosce un solo linguaggio. E’ quello dei segni. Ha un solo quaderno, il destino. Ed è la notte. Il suo calepino, dunque, è il cielo dove s’incollano i segni chiari di una direzione: nel verso dove. Ed è il “verso dove” si è liberi da ciò che si è di solito e ciò che si è stati, come quando Persefone – col gesto modellante del direttore d’orchestra – dalle dita goccia ogni ombra di Stige, si getta alle spalle gli Inferi, e impone alla notte di Vibo Valentia gli squillanti ciuri di tutte le primavere. Gli stessi fiori che poi – dilagando – vanno a colorare la sera nelle vallate dei Traci: sono i petali che consacrano il cammino dei legionari e le lacrime mai dome di Tito Giulio Prisco, soldato di Roma, mancato imperatore per mancare – per suo Destino – alla morte e restare per sempre “verso dove” c’è la notte.'
Pietrangelo Buttafuoco
Grazie all'amica incomparabile Grazia.